COBAS Scuola Sardegna a DS su DPCM 4 marzo 2020. Sospensione delle Attività Didattiche e obblighi del personale Docente e Ata.  Assolvimento delle raccomandazioni di misure igienico sanitarie. 

Sospensione delle Attività Didattiche e obblighi del personale Docente e Ata. Assolvimento delle raccomandazioni di misure igienico sanitarie.

La scrivente Organizzazione Sindacale COBAS Scuola Sardegna, ha preso atto che il Decreto del Consiglio dei Ministri (DPCM del 4 marzo 2020), per le Istituzioni Scolastiche, prevede la SOSPENSIONE delle ATTIVITA’ DIDATTICHE da oggi 5 marzo 2020 fino al giorno 15 marzo 2020.

In particolare, l’art. 1, comma 1, lettera d) del DPCM del 4 marzo 2020 prevede espressamente quanto segue:

“…limitatamente al periodo intercorrente dal giorno successivo a quello di efficacia del presente decreto e fino al 15 marzo 2020, sono sospesi i servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65 e le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonchè la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, di corsi professionali, master e università per anziano, ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza;…”.

La sospensione delle attività didattiche prevede che siano sospese le lezioni e tutte le altre attività, già programmate o meno e quindi anche riunioni di organi collegiali, se non possono essere garantite le prescrizioni previste nello stesso decreto. Le/gli insegnanti non hanno alcun obbligo di presenza a scuola e potranno essere chiamati a partecipare a riunioni programmate nel piano delle attività (Collegi Docenti, Consigli di Classe, etc., …) solo se potranno essere garantite le misure igienico sanitarie previste ed allegate allo stesso DPCM del 4 marzo 2020.

Tali misure dovranno espressamente essere garantite dalle/dai Dirigenti Scolastici poiché in difetto riteniamo che anche tutte le riunioni dovranno essere rinviate.

Per il personale Ata è previsto il normale servizio perchè il Consiglio dei Ministri non ha deciso la CHIUSURA delle scuole ma solo la Sospensione delle Attività Didattiche come, invece, ha fatto nei giorni scorsi in tutti gli Istituti Scolastici italiani della cosiddetta zona rossa di infezione del coronavirus COVID – 19. 

Auspichiamo e pretenderemo che per tutto il personale che dovrà recarsi nei posti di lavoro siano garantite le misure igienico sanitarie previste dallo stesso decreto (sotto la personale responsabilità dei Dirigenti Scolastici), e non si comprende, comunque, per quale ragione il personale Ata debba recarsi al lavoro (e rischiare, quindi, il contagio anche se in maniera più limitata), e non sia stata, invece, prevista la chiusura delle scuole ma la mera sospensione delle attività didattiche.

Il DPCM del 4 marzo 2020 conferma, inoltre, la sospensione delle visite e uscite didattiche e dei viaggi di istruzione e prevede che “i dirigenti scolastici attivano, per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità“.

L’applicazione di questo decreto già da oggi sta provocando svariati problemi anche per le fantasiose interpretazioni di taluni.

Già ieri sera ha provocato sconcerto l’affermazione del segretario generale della CGIL Landini che, all’uscita dall’incontro con il Governo ha dichiarato testualmente che “insegnanti e amministrativi in questi giorni devono andare a scuola, non è che debbono stare a casa“.

La dichiarazione è priva di alcun senso perchè è, invece, notorio che nei periodi di sospensione delle attività didattiche le/gli insegnanti non sono tenute/i a svolgere alcun servizio se non attività collegiali già programmate che, vista la particolarità della situazione, come già affermato, potrebbero / dovrebbero essere rinviate.

Inoltre, alcune testate on line che si occupano di scuola (come la Tecnica della Scuola e Orizzonte Scuola), hanno pubblicato alcuni interventi che non sono condivisibili ed aumentano a dismisura l’incertezza di cosa si debba o si possa fare in questo momento particolare.

Infatti, su Tecnica della Scuola (in un articolo che parla delle improvvide dichiarazioni di Landini, si afferma, tra l’altro, quanto segue:

se in una giornata di interruzione è prevista una seduta del collegio dei docenti o di un altro organo collegiale, la riunione si svolge regolarmente. Ma è anche possibile che i docenti vengano convocati per un incontro urgente, magari legato proprio alla gestione dell’emergenza o del rientro a scuola degli alunni. Anche in questo caso esiste un obbligo di partecipazione“.

La testata Orizzonte Scuola, invece, pubblica un pezzo titolato “Coronavirus, didattica a distanza obbligatoria e senza parere organi collegiali. Docenti al lavoro” e afferma quanto segue: “Coronavirus: con la sospensione delle attività didattiche in tutte le scuole d’Italia, l’attivazione della didattica a distanza diventa obbligatoria”.

E aggiunge anche che nel testo definitivo del DPCM è stata cambiata la precedente formulazione che prevedeva per l’attivazione della didattica a distanza il parere del Collegio Docenti e che quindi:

“La nuova misura dunque:

  • non prevede più il coinvolgimento degli organi collegiali;

  • non prevede più la facoltà ma l’obbligo per i dirigenti di attivare la didattica a distanza.

In definitiva, i dirigenti attivano modalità di didattica a distanza, avendo riguardo alle esigenze degli studenti con disabilità, e non hanno l’obbligo di sentire gli organi collegiali”.

Secondo la normativa vigente entrambe le affermazioni devono essere contestualizzate e contestate.

Premettiamo, come già richiamato, che le/gli insegnanti NON hanno alcun obbligo di essere presenti a scuola nei giorni di sospensione delle attività didattiche.

E’ chiaro, altresì, che le attività collegiali previste nel Piano delle Attività possono essere confermate (Collegi Docenti, Consigli di Classe, etc.), ma soltanto ed esclusivamente se i Dirigenti Scolastici si assumono la responsabilità di garantire le prescrizioni delle misure igienico sanitarie previste e allegate allo stesso DPCM (per esempio: distanza interpersonale di almeno un metro tra le diverse persone, garantire la pulizia di tutte le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol, etc.).

Per quanto concerne, invece, l’apodittico obbligo di formazione a distanza, e che tale obbligo investa il personale docente, ci pare che si tratti di un vero e proprio abbaglio.

Infatti, il DPCM afferma che i dirigenti scolastici attivano le modalità di didattica a distanza ma questo non vuol dire che le/gli insegnanti siano obbligate/i a svolgere tali attività nè a scuola e men che meno nelle proprie abitazioni.

La norma prevede esclusivamente che i dirigenti scolastici facciano quanto è in loro potere per attivare queste modalità ma ciò non vuol dire che le/gli insegnanti siano obbligate/i a prestare servizio in tal senso perchè queste attività non sono contrattualmente previste.

Le lezioni organizzate con tali modalità potranno quindi essere organizzate ma, come afferma anche il presidente dell’ANP del Lazio Rusconi in un’intervista a Tecnica della Scuola, le/i docenti non possono essere obbligate/i a svolgerle perchè questo tipo di impegno potrà essere attivato solo volontariamente.

E’ altresì chiaro che sono totalmente prive di alcuna base normativa le fantasiose indicazioni di taluni dirigenti scolastici che in queste ore stanno chiedendo alle/ai docenti di recarsi a scuola per organizzare attività di didattica a distanza o, addirittura, che chiedono alle/agli insegnanti di svolgerle dal proprio domicilio e, quindi, con propri mezzi informatici ed a proprie spese. 

In conclusione, quindi, si chiede a tutte/i le/i Dirigenti Scolastici di attenersi scrupolosamente alla normativa vigente la quale non prevede la mera presenza delle/degli insegnanti a scuola quando le attività didattiche sono sospese, né prevede che possano essere confermate riunioni di organi collegiali senza la garanzia dell’assolvimento delle misure igienico sanitarie (assolvimento che dovrà essere dichiarato sotto la propria personale responsabilità dai singoli Dirigenti Scolastici anche per il personale Ata in servizio), così come non prevede alcun OBBLIGO da parte delle/degli insegnanti di svolgere attività di didattica a distanza né a scuola e men che mai dalle proprie abitazioni.

 

Si porgono cordiali saluti.

per i COBAS Scuola Sardegna – Nicola Giua

 

nota dei COBAS Scuola Sardegna ai DS Istituti Scolastici Sardegna su DPCM 4 marzo 2020 e obblighi del personale nota dei COBAS Scuola Sardegna ai DS Istituti Scolastici Sardegna su DPCM 4 marzo 2020 e obblighi del personale

 

DPCM 4 MARZO 2020 – sospensione attività didattiche e altro

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