Dialogo tra Tobruk e Tripoli imposto dall’ONU

una-parola-7DIALOGO TRA TOBRUK E TRIPOLI IMPOSTO DALL’ONU (VEDI USA) . PER COMBATTERE DAESH ? O ANCHE PER ALTRO ?

L’inviato speciale dell’Onu Bernardino Leon ha intimato ad al-Thani ,premier del governo di Tobruk , di fermare l’attacco contro Tripoli , pena la delegittimazione internazionale di cui gode,in quanto tale attacco costituirebbe “una seria minaccia” per il dialogo di riconciliazione tra le parti avviato dall’Onu in Marocco.
Risulta evidente che “la comunità internazionale” pretenda un governo di unità internazionale in modo che sia capace , con il sostegno dell’Occidente , di combattere con successo lo Stato islamico (Daesh) che ha rafforzato ultimamente la sua forza d’urto ,data la capacità di fascinazione ideologica di cui dispone sulle milizie isolate che sciamano lungo tutta la LIbia .
E’ difficile pronosticare gli esiti delle trattative in corso perché l’ostilità tra il governo “laico” di Tobruk e il governo islamico di Tripoli non è di poco conto. Posso ipotizzare però perchè un governo di unità internazionale sia particolarmente gradito dagli States .
Il generale Al-Sisi aveva estromesso dal potere i Fratelli Mussulmani , ed ancora continuano le persecuzioni . Uno stato di cose poco gradito dagli Usa e dalla Nato perché i fratelli sono stati sempre , e dovranno continuare ad esserlo , preziosi per tutte le operazioni che sono state necessarie in Africa come in Medioriente per stabilizzare o per destabilizzare secondo i desiderata del momento di Washington .
Un governo libico unitario che contempli una forte presenza dei Fratelli Mussulmani (presenti in gran numero a Tripoli) comporterebbe non solo la loro diretta partecipazione al potere in Libia ma inevitabilmente la fuoriuscita dall’emarginazione di cui soffrono in Egitto . Si dirà che l’Egitto gode dell’allenza dell’Arabia Saudita contro i Fratelli . Un tempo . Ora non più . Gli States hanno convinto i Sauditi che devono sostenere i Fratelli perchè risultano di vitale importanza in Yemen dove possono costituire un contrappeso per non perdere ,oltre Sana’a , anche Aden importante porto sul Mar Rosso (da ricordare l’apporto terrificante a beneficio delle bande filosunnite di Aqpa “Al-Qaeda nella penisola arabica”) . E dato che Aden è di grande interesse per L’Egitto per il controllo dei traffici marittimi non sarebbe opportuno che Al-Sisi rivedesse almeno in parte le sue strategie ostili contro i Fratelli ?
Gli States ,con la riemersione nella legalità”internazionale” dei Fratelli ,mirano a ridimensionare il protagonismo di Al-Sisi e a ristabilire un accordo tra Turchia e Qatar ,alleati di Tripoli in libia, e Arabia Saudita .
Un governo di unità nazionale in Libia potrà anche essere utile per contrastare lo Stato islamico (Daesh) ma rientra anche in una presa di maggior controllo Usa dei suoi partner nordaficani e mediorientali…in tale contesto le dichiarazioni della patetica lady Pesc”In fretta un governo di unità nazionale” e del patetico Gentiloni”Negoziato ancora più urgente” obbediscono ad una regia “altra” di portata più ampia ,in cui ,come in un passato recente , hanno avuto il ruolo di semplici figuranti.

Antonello Boassa

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