HISTORIA MAGISTRA MORTIS – di Gian Luigi Deiana

(i trucchi osceni della storia d’italia)

l’unione sarda di oggi 10 giugno riporta in pagine diverse due lezioni esemplari di contraffazione storica: dalla riflessione congiunta su queste due lezioni se ne ricava una terza, fondamentale per comprendere la pillola avvelenata del rapporto tra la sardegna e l’italia dal punto di vista storico;

– prima lezione: nelle pagine della cultura è riportata un’intervista alla scrittrice ebrea elena loewenthal, ospite in un importante evento programmato a cagliari; la tesi sostenuta dall’autrice è questa: il giorno della memoria è diventato per l’italia una comoda ricorrenza di omaggio agli ebrei, che non mette in conto la complicità italiana ed europea in genere nella programmazione del transito dei treni di deportati, e che ancora oggi consente all’italia di non assumere alcun atto formale e alcun impegno etico nel ripudio delle leggi razziali; l’olocausto è la copertura di questo sonno della ragione e di questa abdicazione della consapevolezza storica;

– seconda lezione: nelle pagine di cronaca nuorese è riportata la notizia secondo cui la prefettura di nuoro ha bocciato il programma di revisione della toponomastica cittadina recentemente approvato dall’amministrazione comunale di lanusei; il programma di revisione prevedeva che decadessero le intitolazioni di vie a umberto primo, vittorio emanuele secondo e luigi cadorna e che le nuove intitolazioni fossero attribuite a personaggi illustri di lanusei; la prefettura ha motivato la bocciatura con due argomenti: il primo, che vanno rispettate le scelte toponomastiche effettuate dalle generazioni precedenti; la seconda, che la commissione ufficiale denominata “deputazione di storia patria per la sardegna” giudica intangibile la salvaguardia del patrimonio storico rappresentato dal “risorgimento”;

– terza lezione: la terza lezione non sta nelle pagine del giornale, ma sta nella riflessione sui seguenti punti: che titolo “politico” ha una prefettura nel promuovere o nel bocciare le scelte di una comunità cittadina in materia di intitolazioni delle proprie vie? che titolo “storico” ha una cosiddetta “deputazione di storia patria” nel sancire i valori etici ufficiali da salvaguardare nelle intitolazioni di vie? che razza di repubblica è una repubblica nella quale questioni di tale genere vengono decise senza appello in un ufficio provinciale del ministero dell’interno che si avvale del parere di un misterioso consiglio notturno eletto da nessuno?

— conclusione: vediamo ora i personaggi che la repubblica italiana (nata dalla resistenza ma battezzata in compromesso con la monarchia e con tutte le sue istituzioni più autoritarie, corrotte e brutali: questure, prefetture, alta burocrazia centrale) considera di irrinunciabile statura etica per la sua storia nazionale, e che invece un piccolo comune come lanusei ritiene rinunciabilissimi per il loro oggettivo spessore storico (per es. vittorio emanuele secondo) o per la loro meschina o infame statura etica (umberto primo e luigi cadorna);

– vittorio emanuele secondo fu non solo il primo re d’italia, ma anche il re dei circa ventimila morti della guerra civile meridionale, condotta con l’occupazione militare, la repressione e le rappresaglie da parte di 110.000 soldati contro centinaia di villaggi contadini del sud alla fame (1861-1865); il capitolo sardo fu meno spettacolare, ma non meno tragico;

– umberto primo non fu solo il secondo re d’italia, fu anche il re dello stato d’assedio su campagne e città, fu il re delle prime spedizioni coloniali sciagurate e assassine, e fu il re che si compiacque di decorare il generale bava beccaris per avere usato i cannoni e la cavalleria contro una manifestazione di operai, donne e bambini a milano; per la sardegna fu il re della “caccia grossa” contro pastori e contadini, protrattasi tragicamente per molti anni; cadde vittima di un attentato portato a termine da un eroe anarchico tornato dagli stati uniti per assovere a un imperativo di giustizia, gaetano bresci (1901);

– luigi cadorna fu il comandante in capo delle truppe italiane durante la prima guerra mondiale; fu un personaggio cupo, militarmente irresponsabile, paranoico, cinico e umanamente vile; fu esonerato dopo il disastro di caporetto, e continuò la carriera slinguando riconoscimenti e favori per sé e per i suoi figlioli al cospetto del duce;

– è su questa fosca sequenza che si compì anche la lunga parabola di vittorio emanuele terzo, che fu il terzo re d’italia, che spianò la strada al fascismo e che compì proprio con la promulgazione delle leggi razziali il suo capolavoro sul medagliere della nazione, confortato senza dubbio dalle autorevoli “deputazioni” di storia patria che dominavano il mondo accademico di allora e ahimè, per certi versi anche quello di oggi;

— poiché la questione non riguarda solo lanusei ma è ricorrente in molti comuni sardi, sono del parere che si renda necessaria ora una campagna di solidarietà piena a lanusei, al suo sindaco e alla sua amministrazione.

gian luigi deiana, ardauli

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