Riporto in coda il link al testo integrale della risoluzione del Parlamento Europeo, datata 19 settembre 2019, riguardante la “memoria condivisa”.
La risoluzione riporta in premessa una lunga sequenza di risoluzioni precedenti, generalmente passate sotto traccia, presumibilmente approvate nel contesto dell’ingresso di paesi dell’est nell’unione.
La risoluzione attuale segna quindi il coronamento di un processo lungo, paziente e oscuro che oggi si intende come “costitutivo” in senso totale (meglio, in senso totalitario) in quanto statuisce direttive istituzionali che comportano una conformazione ideologica generalizzata.
La composizione dell’articolato è assurda, in quanto pretende di appiattire l’interpretazione storica su una vulgata sciocca, e da questa allegra assimilazione passa al rinnegamento filosofico e intellettuale di figure e di opere irrinunciabili per la memoria comune del continente.
Questa procedura è nota nella terminologia storica recente come ‘maccartismo’ e in definitiva, assimilando il comunismo al nazismo, assimila le svariate vicende dei comunismi allo stalinismo e le innumerevoli eroiche figure di comunisti ai regimi inclusi nel blocco sovietico dopo la guerra.
Ciò significa sputare sulle resistenze partigiane contro i fascismi, rinnegare vicende storiche e figure fondative dell’Europa stessa.
Significa per molti oltraggiare il padre e la madre, e per tradurre in spiccioli, sputare anche sull’ “arco costituzionale” che ha edificato a suo tempo la Repubblica Italiana.