La buona scuola – le consultazioni

contrattazioneUna legge di iniziativa popolare, nata dal mondo della scuola, discussa e sottoscritta da oltre 100.000 persone, è stata presentata in Parlamento da un gruppo trasversale  di senatori come disegno di legge. Una proposta ragionata che tiene conto della realtà della scuola quotidiana e cerca di condividerne i  problemi e proporre soluzioni. Quale migliore opportunità per un ministro della pubblica Istruzione ? Eppure la Giannini e Renzi si sono inventati  la “Buona Scuola” una dichiarazione di intenti, a seguito della quale sollecitano una consultazione, dentro e fuori dalle scuole, utilizzando un sistema calato dall’alto, fatto di un questionario a risposta chiusa dove non è possibile esprimere opinioni articolate e libere che dissentano dai binari già tracciati. Come se non bastasse questa consultazione tagliata e cucita secondo i bisogni della Spending Review, il governo ha promosso una consultazione ombra,  una consultazione diversamente consultante e  privilegiata, rivolta ai sindacati, alle associazioni e altri ” soggetti” non meglio identificati.
da più parti si teme che la consultazione parallela possa essere intesa dal Premier come sostitutiva delle normali relazioni sindacali su temi caldissimi quali, per esempio, la progressione di carriera per merito e la cancellazione degli scatti di anzianità.
Ne ha parlato il segretario della CISl, Scrima il quale però si è espresso su questioni non  di sostanza ma di stanza: “Per quanto ci riguarda, siamo pronti a discutere senza pregiudiziali ogni proposta, purché la discussione avvenga nella sede giusta, nella quale siamo pronti come sempre non solo a ragionare, ma anche ad assumerci le responsabilità delle scelte necessarie”. Scelte necessarie a detta del governo, che il sindacato bonanniano conosce bene e che non disdegna nella sostanza, basterebbe qualche aggiustatina, tanto per non perdere la faccia.
Intanto,  fra una consultazione pilotata, una consultazione ombra, una consultazione che non consulta, farebbero bene i collaboranti collaboratori del Premier a dare uno sguardo alla Legge di iniziativa popolare – Per una buona scuola per la Repubblica-  ripresentata ufficialmente a Roma lo scorso due ottobre, scoprirebbero che il mondo della scuola sa essere propositivo e che lo è da più parti se lo si vuole ascoltare. Vi troverebbero proposte scaturite da bisogni reali, messi in risalto da chi guarda alla scuola pubblica come risorsa irrinunciabile. Noterebbero certo l’ assenza di slogan e luoghi comuni che inneggiano a “innovazione, sviluppo, e qualità, investimento, potenzialità rivoluzione, avanguardia, modernità” Parole di cui è infarcita la propaganda della ” buona scuola” Parole senza portafoglio e pertanto vuote

Daniela Pia

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