LE MAESTRE, L’INVALSI E I VIGILI DEL FUOCO

LE MAESTRE, L’INVALSI E I VIGILI DEL FUOCO

(di Andrea Scano)

 

Due vigili del fuoco con trent’anni di esperienza vengono chiamati a perlustrare un edificio considerato a rischio. Dopo l’ispezione comunicano allarmati che c’è il pericolo di un crollo e che la zona va evacuata immediatamente. Un professore universitario che si trovava lì per caso, un pescivendolo ed una signora di passaggio, senza essere mai entrati nell’edificio, sentenziano che non è possibile e che l’allarme è ingiustificato. Voi a chi dareste ragione?

Io, se fossi lì, darei la ragione al vigile del fuoco. O perlomeno lo ascolterei con la massima attenzione.

Ecco, appunto, l’ascolto.

Benedetto ascolto! Mi piacerebbe che ci fosse ascolto vero anche quando a parlare sono le maestre che tentano di raccontare qualcosa che hanno visto. Qualcosa che hanno visto lì dentro, con i loro occhi, proprio in quell’edificio scolastico. Mi piacerebbe che chi ascolta prendesse il respiro una, due, tre volte, prima di rispondere loro affrettatamente, prima di affibbiare etichette e di emettere giudizi.

Avere opinioni differenti è normale, lo so bene. Per questo non mi arrabbio se sento dire da qualcuno che le prove INVALSI sono utili ed intelligenti. Io non la penso affatto così, ritenendole invece dannosissime e stupide, tuttavia comprendo che esistano punti di vista differenti. Però ci sono due cose che mi fanno infuriare: la prima è il pregiudizio e la seconda è la scarsa capacità di ascolto. Soprattutto se riguarda le persone che possono saperne due righe più degli altri. Per esempio, se si parla di scuola e di bambini, le maestre sanno certamente molto più di due righe rispetto alla media delle persone che affollano i social. E talvolta sanno di più anche rispetto a molti “specialisti del settore” … o perlomeno hanno qualcosa da dire con autorevolezza e cognizione di causa. Certo, le maestre sbagliano anche, questo è normale. Ma costituiscono certamente un tesoro inestimabile di esperienze e conoscenze.

Oggi però va di moda sottovalutarle, denigrarle, a volte anche usare violenza fisica nei loro confronti. Dispiace per loro stesse ma dispiace soprattutto per la società nel suo insieme, perché una società che non dà retta alle sue maestre è una società disgraziata. E ne vediamo tutti i giorni le conseguenze.

Da quando sono state inserite nelle scuole italiane le prove INVALSI “a crocette” numerosissimi insegnanti hanno espresso disappunto e fortissime perplessità. Le motivazioni sono numerose e fondate, ma non sto qui ad elencarle: l’ho fatto in altre sedi e volentieri riprenderò a spiegarne i motivi in dettaglio. Adesso mi preme sottolineare che in molti casi gli insegnanti (ma anche i genitori ben informati) scioperano o trovano modalità per contrastare le prove “a crocette”. Tanti altri insegnanti rassegnati, invece, effettuano le prove senza però condividerne l’impostazione e senza trovare in esse una vera utilità. Nel frattempo le prove INVALSI stanno riuscendo ad ottenere uno strano effetto collaterale: molti libri di testo si stanno sempre più “invalsizzando” e molti insegnanti, “ob torto collo”, restringono sempre di più il loro programma, svolgendo principalmente “ciò che serve a superare bene le prove INVALSI” e trascurando altre importantissime attività didattiche.

Ora, davanti a questo spettacolo, davanti alle proteste (o alle semplici perplessità) provenienti dal mondo della scuola, io mi sarei aspettato una apertura, un desiderio di ascolto, una volontà di comprendere cosa sta accadendo.

Niente di tutto questo.

Con rammarico ci tocca rilevare i commenti del professore universitario, del pescivendolo e della signora di passaggio che, sapendo poco o nulla di scuola, sono pronti ad emettere sentenze contro questi insegnanti eretici che non si sono voluti inginocchiare davanti all’altare – INVALSI.

Alcuni ci bacchettano sostenendo che “La valutazione è un obbligo per tutti e, se qualcosa va cambiato, fate almeno delle proposte concrete!”.

Ingenui!

Confondono il concetto di “valutazione” con quello di “rilevazione standardizzata”, e questa confusione concettuale li porta molto lontano dalla realtà. Ma soprattutto ignorano che noi insegnanti (pur non essendo tenuti a farlo), ne abbiamo fatto vagonate di proposte concrete sulla scuola. Tutte rigorosamente cestinate dai governi e dai tecnocrati che si sono succeduti negli ultimi vent’anni.

Il destino del cestino (scusate il bisticcio di parole) ha riguardato non solo le nostre proposte, ma anche quelle provenienti da numerosi intellettuali “fuori dal coro”.  Per esempio quelle provenienti da un autorevole scienziato ed epistemologo come Giorgio Israel. Per avere un’idea della assoluta “impermeabilità” dell’istituto INVALSI rispetto a legittime critiche, leggete cosa dichiarava Israel nel 2015.

“confesso di provare un senso di sfinimento dopo aver prodotto per anni critiche su critiche di casi specifici, precise, di contenuto, in articoli sulla stampa, in convegni, in rete e, due anni fa, con un’analisi dettagliata di tutti i test Invalsi di matematica che può essere letta sul blog “pensareinmatematica.it”. Nel corso di questi anni non ho ricevuto una sola risposta …”.

(Su https://www.youtube.com/watch?v=xSA0Suy6lus potrete trovare l’intera intervista, i primi 3 – 4 minuti sono veramente illuminanti).

Quindi, Israel non ha ricevuto una sola risposta, dopo essere stato membro di numerose commissioni nazionali legate alle riforme scolastiche, dopo essersi occupato per molti anni e ai massimi livelli di matematica, di scuola, di storia della scienza. Però a noi insegnanti dicono “Eh, non siate così critici, fate voi delle proposte concrete …”.

Arrivati a questo punto voi cosa fareste? Dareste retta al vigile del fuoco, o almeno prestereste ascolto, con la massima attenzione, a ciò che dice?

E quell’edificio, quella scuola a rischio di crollo, la lascereste davvero così?

Pensiamoci. Ognuno di noi ha un pezzo di responsabilità.

 

(Andrea Scano – maestro)

 

Invalsi insegnanti e ascolto – maggio 2019 – Andrea Scano

Una risposta

  1. Veros Bartoloni ha detto:

    Bellissimo articolo, realistico,sintetico e chiaro,c’è da diffonderlo.

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