Lo sciopero del 12 maggio per il ritiro del ddl Renzi e dei quiz Invalsi

Comunicato-stampa – 11 maggio 2015

– La toppa degli emendamenti al Ddl “cattiva scuola” è peggio del buco: no al preside-padrone, ritiro del Ddl, eliminazione dei quiz Invalsi, assunzione stabile dei precari.
– Il 12 maggio scioperiamo contro i quiz alle Superiori e per eliminarli anche dall’esame di Terza Media. Manifestazioni locali insieme agli studenti, a Roma alle 10 al MIUR.

Se si  effettuasse un referendum nelle scuole, la cancellazione totale del Ddl della cattiva scuola renziana, la contemporanea emanazione di un decreto per l’assunzione stabile dei precari e l’eliminazione degli insulsi quiz Invalsi stravincerebbero. Lo hanno ampiamente dimostrato la giornata memorabile del 5, con la stragrande maggioranza delle scuole chiuse, e la partecipazione allo sciopero del 6 nelle Elementari e al boicottaggio dei quiz del 7, quando in tantissimi istituti docenti ed Ata hanno bloccato la distruttiva procedura quizzarola, aiutati da una marea di genitori che si sono rifiutati di sottoporre i propri figli a indovinelli risibili e deleteri per una seria didattica.
Ma il governo sta cercando di bypassare questa lampante realtà, affermando scioccamente l’ovvietà che “la scuola non è dei sindacati” (Boschi) oppure contrapponendo i docenti e gli Ata, dipinti come “corporativi” e “conservatori”, agli studenti e alle famiglie (Renzi). In realtà la nostra opposizione è fatta per conto della scuola Bene comune, degli studenti e dei cittadini tutti/e, oltre che dei lavoratori/trici, ed è contro l’immiserimento materiale e culturale provocato dall’insulsa scuola-quiz aziendalistica.
Ciò malgrado, il governo procede incurante, sordo ad ogni segnale venuto anche dagli incontri di sindacati, associazioni e studenti con la direzione PD (un confronto “per interposta persona” con un governo pressoché monocolore) ed ha presentato due emendamenti sul ruolo dei presidi-padroni che appaiono una toppa peggiore del buco. Con il primo, si cerca solo di rendere complici i Collegi docenti delle decisioni del preside, perché si dà loro la possibilità di discutere le “direttive” del preside ma non di fuoriuscire da esse, senza alcun potere di bocciarle; con il secondo, addirittura si dà facoltà a rappresentanti di genitori e studenti di valutare, insieme al preside e a due docenti, quali insegnanti (in misura del 5%) della scuola premiare con una somma annua. Come possano gli studenti di una classe e/o i loro genitori valutare i docenti di tutto l’istituto è mistero supremo, e un rapporto distruttivo si creerebbe tra un docente e un suo studente (o genitore di) se da questi dovesse dipendere una parte significativa dello stipendio.
Dunque, a tale sordità e arroganza deve corrispondere una protesta ancor più incisiva e rumorosa, a partire da domani, quando, scioperando, bloccheremo i quiz Invalsi alle Superiori e ne chiederemo l’eliminazione dall’esame di Terza media, manifestando insieme agli studenti nelle principali città. In particolare a Roma saremo di nuovo al MIUR dalle 10. Dopodiché, è evidente che lo sciopero degli scrutini dovrebbe essere il successivo e cruciale appuntamento di lotta. Esso richiede la disdetta formale e sostanziale, da parte dei confederali, Snals e Gilda, della limitazione al diritto di sciopero durante gli scrutini (non più di due giorni consecutivi e in classi non “terminali”), erroneamente accettata a suo tempo. Solo un atto generalizzato e solenne di disobbedienza a regole-capestro, da parte innanzitutto dei sindacati con il maggior numero di iscritti/e, creerebbe le condizioni per qualcosa di davvero memorabile e per una partecipazione analoga a quella del 5 maggio. E in tal caso potremmo vanificare e scavalcare qualsiasi ipotetica “precettazione”.

Piero Bernocchi   portavoce nazionale COBAS

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