NEGAZIONISMO: l’asse Roma-Dresda e il razzismo – di Gian Luigi Deiana

NEGAZIONISMO: l’asse Roma-Dresda e il razzismo

 

La negazione del razzismo, dal giorno di Halloween 2019, non è più materia di disquisizione accademica o di opinione comune: essa ha investito in pieno, e senza preavviso, la sfera “istituzionale”.

La questione è straordinariamente importante, in quanto l’aut aut tra il riconoscimento istituzionale del problema e il disconoscimento istituzionale di esso segna una soglia decisiva, come se si dovesse decidere se l’aids esiste davvero o è una invenzione delle multinazionali.

Il fatidico giorno di Halloween 2019 affratella fortuitamente una proposta in discussione al Senato italiano e una proposta in discussione nella municipalità tedesca di Dresda.

In ambedue i casi le proposte sono passate, in coerenza con i principi costituzionali delle due repubbliche, ma ciò che importa capire è la ragione ed il modo con cui sia i partiti moderati di centro che i partiti estremi della destra hanno combattuto il riconoscimento della malattia.

Nel Senato italiano era in discussione la proposta della senatrice Liliana Segre, (passata da giovanissima nei lager nazisti) volta all’istituzione di una commissione parlamentare sulla diffusione del razzismo in Italia.

Nella municipalità della città tedesca di Dresda era in discussione la proposta di proclamazione dello stato di emergenza sulla diffusione propagandistica, mediatica e organizzativa del nazismo nel territorio della città.

In italia la Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia si sono posizionati quasi in automatico in un macabro fronte negazionista.

A Dresda il partito Cristiano Democratico, proprio quello di Angela Merkel e della massima autorità dell’Unione Europea Ursula Vanderlain, ha fatto analogamente la diga.

Dunque, i grandi partiti di massa di centro e centro destra esplicitano la loro disposizione a tenere come propria cova il fascismo e il nazismo dichiarati, persino in una fase storica di organizzazione diffusa del razzismo che ne costituisce il titolo professionale più vantato.

Esplicitano cioè senza pudore e senza infingimenti la loro complementarietà, la loro parentela e la loro associazione per delinquere con il fascismo stesso.

Ora, poichè è necessario comprendere con quale trapezismo concettuale questo possa essere avvenuto, in quanto potrebbe sussistere anche un plausibile fondamento concettuale, se si indaga su questo si trova che non vi è concetto alcuno, nè a Roma nè a Dresda: concetto alcuno.

E allora?

Allora al posto del concetto è stata formulata una semplice NEGAZIONE linguistica: che non ha senso una commissione parlamentare sul razzismo in quanto non esiste una definizione linguistica di “razzismo” (Matteo Salvini), e che la dichiarazione di una emergenza nazismo a Dresda non ha senso in quanto si fonderebbe su un equivoco linguistico  sul termine “nazismo” (partito di Merkel-Vanderlain).

Come si vede, in entrambi i casi, si tratta solo di una questione linguistica.

Solo di una questione linguistica, quella per cui alla fine, come ebbe a scriverne uno che vi era passato, si muore per un sì o per un no.

Gian Luigi Deiana

 

 
 
 
 
 
 
 

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