UN MATRIMONIO E DUE FUNERALI: Julian Assange, Yvan Colonna, Madeleine Albright

UN MATRIMONIO E DUE FUNERALI:

Julian Assange, Yvan Colonna, Madeleine Albright

di Gian Luigi Deiana

Le vie del signore incrociano oggi  i destini di Julian Assange,  Yvan Colonna e Madeleine Albright: un giorno di gioia = un giorno di dolore = un giorno di ribrezzo.

Questi tre destini ci si presentano in simultanea come incarnazioni individuali di ragioni di stato planetarie, cioè un prisma attraverso cui intravvedere la pagina di storia di cui siamo parte.

Giorno di gioia: Assange potrebbe essere estradato a breve negli Stati Uniti ove lo attende una condanna a 175 anni di carcere: e tutto per aver pubblicato notizie vere sulla politica estera degli Stati Uniti.Notizie vere, nell’eterna cortina di fumo che maschera la fluttuazione della superpotenza come madre, o come madrina, o come matrigna, di tutte le guerre del nostro tempo. Julian ha sposato in carcere Stella Moris, la madre dei loro due figli;.Auguri dal mondo di buona volontà.

Yvan Colonna sarà sepolto domani a Cargese, un paese a nord di Ajaccio, dove faceva il capraio fino al giorno del suo arresto.

Il processo a suo carico resta un buco oscuro nella storia giudiziaria francese, ma la ragion di stato esigeva un colpevole eccellente, “un pastore di capre” che aveva la colpa di essere indipendentista, di essere colto e di godere di rispetto in tutta la Corsica.

Detenuto ad Arles, cioè lontano dall’isola in ottemperanza allo stile francese della consumazione penale di vita e di affetti, è stato ucciso qualche giorno fa da un detenuto jahidista particolarmente pericoloso ma curiosamente fuori controllo per ore.

È esplosa la protesta in tutta la Corsica: “tutta” la Corsica.

Il lato nuovo della vicenda è che sulla scena dolorosa e diffusa del funerale il governo francese si dispone ufficialmente ad aprire negoziati per l’autonomia corsa. Cordoglio ed auguri, dal mondo di buona volontà.

Madeleine Albright fu segretaria di stato di Bill Clinton dal 1997 al 2001.

Ereditò la gestione dell’agonia irakena provocata dalla prima guerra del golfo e lasciò a sua volta in eredità questa funzione a Colin Powell, quello delle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein racchiuse in boccette.

Madelein fu la mamma delle sanzioni all’Iraq, dell’opposizione all’invio di caschi blu in Ruanda e della generalizzazione della guerra in Jugoslavia.

In una celebre intervista alla CBS le fu presentato il costo umano conseguito con la politica delle sanzioni all’Iraq, cioè la morte, accertata sull’inesorabile certificazione statistica, per fame e per assenza di medicine, per alcuni milioni di persone e mezzo milione di bambini.

La domanda dell’intervistatrice chiedeva una considerazione su un tale prezzo di vittime civili: rispose che no, non era un prezzo alto, era piuttosto un impegno morale. Questo genere di dottrina, si badi bene, è l’essenza di ciò che ormai usiamo considerare come la differenza tra le guerre immorali del novecento (oggi residuate alla Russia) e le guerre morali del secolo attuale (oggi vantate dagli USA e dai comprimari).

Nel 2016 questa donna annunciò il destino dell’inferno per tutte le donne che alle elezioni presidenziali non avessero votato per Hillary Clinton.

È difficile chiedersi oggi quale paradiso sarebbe adatto a lei.

Dies irae, signora Albright.

 

 

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