Privatizzazione dei beni comuni

beni-comuni-5La privatizzazione dei beni comuni è un attacco ai diritti sociali e alla democrazia, il referendum del 2011 lo aveva ampiamente dimostrato e oggi lo si continua a ribadire dal ” basso”, lo urla, ripetutamente, la consapevolezza democratica della gente attraverso le diverse istanze di conflittualità accese nel territorio italiano a difesa dei beni comuni, nonostante la cecità delle istituzioni. Sappiamo che è necessario spendersi per un altro modello sociale; che la crisi, costruita attorno alla trappola del debito pubblico, ha riproposto sempre più forte determinazione il messaggio che solo il “privato sia obbligatorio e ineluttabile”. Così non deve essere , non può essere. È d’ obbligo attivarsi per impedire al potere, più o meno occulto, di impossessare della ricchezza sociale del Paese, imponendo un modello produttivo contaminante, teso alla mercificazione dei beni comuni, utile solo al tornaconto economico di oligarchie di potere. Tutto questo, lo abbiamo già visto, sta determinando un drammatico impoverimento di ampie fasce della popolazione, sottoposte a perdita del lavoro, del reddito, della possibilità di accesso ai servizi. Questo è un sistema iniquo che si divora l’ ambiente e lo vomita sotto forma di rifiuto inquinante, che produce danni incalcolabili sulla salute dei cittadini, che è responsabile del dilagare della disperazione individuale e sociale. Contro tutto ciò anche noi Cobas eravamo in Piazza Sabato 17 Maggio, in un corteo fatto di uomini e donne di buona volontà, consapevoli del pericolo e della necessità di ricordarlo

Daniela Pia

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