CONTRODOTTRINA DELLA RAZZA

il tema, come è noto, è ricorrente; esso è tragico già nel suo porsi, ma le disquisizioni dottrinali che volta a volta ne conseguono presentano in compenso un aspetto grottesco e in genere semicomico;

posto che di dottrine della razza ve ne sono a iosa, dal momento che ogni epoca storica e ogni composizione sociale produce la sua, di controdottrine ne è sufficiente una sola, a condizione che essa non si affidi ad argomenti appunto fuori tema: o meglio, fuori dall’essenza del tema;

gli argomenti oggi più in voga nella costruzione della controdottrina sono essenzialmente due, e sono tra loro connessi: il primo è l’argomento scientifico, il quale afferma che dal punto di vista zoologico non vi è una pluralità di distinte razze umane; il secondo è l’argomento lessicale, il quale afferma che non sussistendo una pluralità zoologica di razze umane il termine “razza”, applicato al mondo umano, è un termine vuoto di oggettività scientifica mentre è pieno di contraffazione ideologica;

la conseguenza di una tale argomentazione obbliga a mettere automaticamente insieme, per stare a un caso recente, l’espressione ripugnante del leghista fontana e l’espressione esaltante dell’articolo cinque della costituzione italiana: eppure si tratta della stessa medesima parola;

bene, a questo punto è opportuno ricordare che la questione dottrinale, e più estesamente la questione antropologica, sociale, morale e infine politica non è la questione della razza, ma è la questione del razzismo; il razzismo è assolutamente indifferente alle precisazioni della zoologia sulla specie umana come pure è indifferente alle giravolte della terminologia;

il razzismo riguarda la psiche (individuale e collettiva) in due luoghi in questa fondamentali: la pulsione e il concetto; individualmente si può essere razzisti in modo pulsionale senza esserlo in modo concettuale, come lo si può essere in modo concettuale senza esserlo in modo pulsionale; ma nella dimensione collettiva la pulsione e il concetto si attraggono irresistibilmente, come due poli in un sistema elettrico, e si dispongono alla detonazione di massa con tanti saluti alla scienza zoologica e al purismo lessicale;

dunque a me sta benissimo considerarmi un esemplare dell’unica specie umana o in alternativa un esemplare di una delle tante razze umane: non mi fa alcuna differenza, in quanto a riguardo della mia pulsione e del mio concetto io desidero ritenermi uguale a ogni altro mio simile e lo desidero “a prescindere”, e desidero più di ogni altra cosa essere degno di questo proposito e di esserne all’altezza in ogni giorno della mia vita; e confesso che provo disprezzo, invece, per chi nutre la pulsione e il concetto ne che sono agli opposti, siano essi intellettuali sofisticati che scrivono programmi politici per il governo di stanza a vienna o siano semplici tifosi del cagliari che fischiano un nero, o un negro, che corre dietro a una palla;

ognuno forse ha un suo prossimo razzialmente incompatibile col proprio io: il mio prossimo razzialmente incompatibile con me sono appunto i razzisti, e più di tutti quelli della mia patria e del mio colore

Gianluigi Deiana

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