DUE EROI, UNA BANDIERA E UNA NUDITA’ – (un poliziotto e una puerpera)

un giornale preso a caso, in un giorno di ordinario eroismo e ordinaria viltà, in un chiosco al mattino davanti al mare scintillante: minuto dopo minuto, in qualche modo, stiamo seppellendo l’inverno;

la pagina 13 dell’ “unione sarda” è dedicata alla cronaca della vicenda di terrore di trebes, un paesino dell’occitania nei pressi di carcassonne, sulla strada pirenaica di tolosa o se si vuole di lourdes; i minuti di una giornata estenuante sono passati lenti uno a uno sotto le telecamere, con la francia intera a guardare l’immobilità dell’esterno di un supermercato di paese e a protendere l’immaginazione per capire cosa sarebbe potuto succedere d’improvviso all’interno; ora la francia si inchina davanti all’esempio eroico dell’agente che si è consegnato nelle mani di un sedicente uomo dell’isis, un altro lupo solitario della giungla delle periferie, reso rabbioso da una vita di emarginazione, di droga e di redenzione suicida; l’agente, arnaud beltrame, si era consegnato in cambio della liberazione di una delle donne tenute in ostaggio nel supermercato, ed è rimasto ucciso; la francia coltiva grande rispetto per azioni di questo genere, le assume come modello pedagogico supremo e giustamente ne onora il protagonista con il canto della marsigliese e con l’onore della bandiera nata nella rivoluzione: fraternité, questo è il senso, e personalmente mi sento parte di questa fratellanza e di quei simboli;

la pagina 15 dell’ “unione sarda” è dedicata alla cronaca di una vicenda di morte nel reparto di ostetricia dell’ospedale di bardonecchia, vicenda nella quale una giovane nigeriana ha attraversato il traguardo finale della sua lunga corsa: non era il glorioso traguardo azzurro-bianco-e-rosso dei giovani della battaglia di valmy, era solo lo stendardo pieno di sangue del suo parto: la sua nudità e la sua bandiera; aveva tentato di passare il colle de l’echelle, il colle della scala di una delle vie alpine più suggestive quando si va in vacanza in estate, ma lo ha fatto in pieno inverno per ridurre al minimo la possibilità di essere intercettata: aveva in pancia un bambino prossimo alla luce del giorno, e da qualche altra parte del corpo, sotto la pelle della notte, un tumore, e i tumori non seguono le distinzioni razziali in quanto sono tutti diversi e tutti uguali; ma è stata intercettata, respinta e tradotta alla stazione ferroviaria di bardonecchia, nel gelo di un nove di febbraio; pare che ieri abbia partorito il suo piccolo eroe del peso di un chilo, si direbbe una specie di inconsapevole arnaud beltrame che si è consegnato in ostaggio a un confine sconosciuto, un mondo nel quale non è dato sapere chi e perché generi il terrore e chi no: in ostaggio come il suo eroico fratello disarmato di tarbes, in cambio della liberazione di sua madre dal supermercato di questo mondo: infatti sua madre è morta su un traguardo innalzato solo per la sua corsa, in una via delle alpi bianca di neve; fraternité, questo è il senso, ma qui la bandiera che onora quel corpo non viene dalla stamperia di stato e nemmeno dalla lavatrice: è lo stendardo pieno di sangue di un parto a pagina 15, lontano da casa.

Gian Luigi Deiana

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