Chiamiamoci fuori per recuperare le nostre scuole

By South Side CPS Mom, 2 marzo 2014

Ci sono due domande senza risposta su questa semplice protesta che CPS suburbane (Chicago public schools) e genitori stanno intraprendendo. I genitori, in gran numero, stanno optando per tenere i loro bambini fuori dalla prova ISAT( Test di Ammissione per gli Studenti), che dovrebbe iniziare questa settimana (prima settimana di marzo)
Ci domandiamo perché così tanti genitori si uniscono a questa protesta? Può essere un fatto di poca importanza oppure rischia di compromettere le future opportunità educative delle famiglie?
Eppure le petizioni sono sempre più numerose e si diffondono anche nelle scuole di periferia.
E in secondo luogo, perché CPS risponde con tanta isteria, disinformazione e minacce?
Ci viene detto che le scuole americane stanno fallendo perchè non preparano i nostri figli per il mercato globale, è il momento di giocare duro e per evitare il collasso dei nostri sistemi scolastici il test è l’unica risposta.
Il mio sospetto, come ho sentito dire da sempre più genitori la scorsa settimana, è che la gente sta cominciando a comprendere il pasticcio che ci è stato imposto per anni e che sta ottenendo solo risultati pessimi. Ma ISAT, per quanto fastidioso sia, è solo la punta dell’iceberg. Lo tsunami massiccio di test che attualmente travolge l’istruzione pubblica è il risultato di una tempesta di cattiva politica, con un elettorato addormentato al volante.
E l’elettorato siamo noi.
Ciò che è successo è che le nostre scuole sono diventate il luogo di un nuovo e altamente redditizio affare per l’industria, il settore testing.
La ragione per cui non si fanno altri esami per ottenere punteggi migliori è un semplice errore logico: il test non è uguale apprendimento. E le prove più dure non significano istruzione più impegnativa. Altri test significano solamente maggiori profitti per l’industria del test. E le prove più dure significano più guasti e maggiori richieste di ulteriori test, prove più dure. E più profitto. E così via.
Noi genitori stiamo iniziando a muoverci, non importa quante volte il Dipartimento della Pubblica Istruzione cerca di dare la colpa a noi genitori di coccolare o essere negligenti verso i propri figli, non importa quanto si cerca di deviare e confondere il problema. Il re è nudo e noi cominciamo a notarlo.
CPS sta rispondendo in maniera sproporzionata alla posizione della gente, Barbara Byrd-Bennett ha emesso numerose e contrastanti istruzioni per i genitori e presidi.
I bambini hanno la possibilità di non eseguire i test.
i bambini del 3 ° e 6° anno non possono rinunciare ai test.
Tutti i bambini dovrebbero sedersi ai loro posti durante le prove, e tutti riceveranno i libretti di test, anche quelli che non vogliono partecipare ai test
tutti i bambini che non vogliono partecipare al test dovrebbero portare un libro da leggere.
tutti i bambini che non vogliono eseguire i test dovrebbero andare in un’altra aula.
(Non vi ricorda qualcosa ?)
Nel frattempo, le voci del sindaco e il Tribune e Barbara Byrd-Bennett si fanno sempre più forti, come mai ? Tutto ciò potrebbe essere gestito in maniera più soft, ma CPS ne ha fatto una questione di principio e ha adottato un tono rabbioso, minacciando cose folli, come la revoca di accreditamento delle scuole o la revoca della certificazione per gli insegnanti.
Quello che non hanno ancora capito è che questa perdita di controllo rende le persone sospette e arrabbiate, e spinge anche le persone che non lo avrebbero mai fatto a partecipare a questa protesta.
Senza dubbio abbiamo toccato un nervo scoperto. Sia Rahm Emanuel che Barbara Byrd-Bennett sono fautori della riforma della Scuola-Azienda, che ci ha portato, tra le altre cose, questo tsunami di valutazioni standardizzate.
Dire di no a un test standardizzato, anche uno senza senso, potrebbe indurci a dire di no a tutti i test in generale. E questo, amici miei, costerebbe a un sacco di gente la perdita di un inimmaginabile profitto.
Ma ci potrebbe consentire di recuperare le nostre scuole per i nostri quartieri, i nostri figli, e l’apprendimento reale.

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