Estero

CUBA RESISTE! di Frei Betto

Condividiamo la lettera di Frei Betto sulla resistenza di Cuba all’illegale embargo statunitense che dura da sessant’anni.

Nicola Giua
COBAS Scuola Sardegna

CUBA RESISTE!
di Frei Betto

Sono pochi quelli che non conoscono la mia solidarietà nei confronti della Rivoluzione cubana.
Sono 40 anni che vado spesso sull’isola, per impegni di lavoro o perché invitato a un evento.
A lungo ho mediato la ripresa del dialogo tra i vescovi cattolici e il governo cubano, come descritto nei miei libri “Fidel e a religião” (Fontanar/Companhia das Letras) e “Paraíso perdido – viagens ao mundo socialista” (Rocco).
Sono attualmente consulente del governo cubano per l’esecuzione del Piano per la sovranità alimentare e l’educazione alimentare.

Conosco nei dettagli il quotidiano cubano, ivi comprese le difficoltà della popolazione, gli interrogativi sulla Rivoluzione, le critiche degli intellettuali e degli artisti locali.
Ho visitato carceri, parlato con oppositori della Rivoluzione, ho convissuto con sacerdoti e laici cubani contrari al socialismo.

Quando dicono, a me che sono brasiliano, che a Cuba non c’è democrazia, passo dall’astrazione delle parole alla realtà dei fatti.
Quante foto o notizie mostrano o hanno mostrato cubani nella miseria, mendicanti stesi sui marciapiedi, bambini abbandonati per le strade, famiglie sotto i viadotti?
Qualcosa che ricordi la “cracolândia” brasiliana, le milizie, le lunghe file di malati in attesa, da anni, di essere visitati in un ospedale?

Avverto subito gli amici brasiliani: se siete ricchi in Brasile e doveste andare a vivere a Cuba, conoscerete l’inferno.
Non vi sarà possibile cambiare macchina ogni anno, acquistare abiti firmati, organizzare frequenti vacanze all’estero.
E, soprattutto, non potrete sfruttare il lavoro degli altri, mantenere i dipendenti nell’ignoranza, “andare orgogliosi” di Maria, la vostra cuoca da ormai 20 anni, e alla quale negate l’accesso a una casa di proprietà, alla scuola e a un’assicurazione sanitaria.

Se appartenete alla classe media, preparatevi a conoscere il purgatorio.
Anche se Cuba non è più una società statalizzata, la burocrazia non demorde, bisogna essere pazienti in fila al mercato, molti prodotti disponibili oggi potrebbero non esserlo tra un mese, per via dell’incostanza delle importazioni.

Se invece siete impiegati, poveri, senza fissa dimora o senza terra, preparatevi, perché conoscerete il paradiso. La Rivoluzione vi assicurerà tre diritti umani fondamentali: cibo, salute e istruzione, oltre a casa e lavoro. Potreste avere un grande appetito perché non mangiate ciò che più vi piace, ma non avrete mai fame.
La vostra famiglia avrà istruzione e assistenza sanitaria, compresi gli interventi chirurgici complessi, totalmente gratuiti, come dovere dello Stato e diritto di ogni cittadino.

Niente è più abusato del linguaggio. La famosa democrazia nata in Grecia ha i suoi meriti, ma vale la pena ricordare che, a quei tempi, Atene aveva 20 mila abitanti che vivevano del lavoro di 400 mila schiavi…
Cosa risponderebbe uno di queste migliaia di schiavi interrogato circa le virtù della democrazia?

Non auguro al futuro di Cuba il presente del Brasile, del Guatemala, dell’Honduras e nemmeno di Porto Rico, colonia statunitense cui viene negata l’indipendenza.
Né desidero che Cuba invada gli Stati Uniti occupando una zona della costa californiana, come è successo a Guantánamo, trasformata in centro di tortura e carcere illegale per presunti terroristi.

Democrazia, secondo il mio concetto, significa il “Padre nostro” – l’autorità legittimata dalla volontà popolare – e il “Pane nostro” – la condivisione dei frutti della natura e del lavoro dell’uomo. L’alternanza elettorale di per sé non fa, né garantisce, la democrazia.
Brasile e India, considerate democrazie, sono esempi palesi di miseria, povertà, esclusione, oppressione e sofferenza.

Solo chi conosce la realtà di Cuba prima del 1959 sa perché Fidel ha goduto di un tale sostegno popolare facendo trionfare la rivoluzione.
Il paese era conosciuto con il soprannome di “bordello dei Caraibi”.
La mafia dominava le banche e l’industria del turismo (sull’argomento sono stati girati diversi film).
Il principale quartiere dell’Avana, chiamato ancora oggi Vedado, si chiama così perché alla gente di colore non era permesso circolarvi…

Gli Stati Uniti non si sono mai rassegnati alla perdita di Cuba, soggetta alle loro ambizioni.
Per questo, subito dopo la vittoria dei guerriglieri della Sierra Maestra, hanno cercato di invadere l’isola con truppe mercenarie.
Sono stati sconfitti nell’aprile 1961.
L’anno dopo, il presidente Kennedy decretava il blocco di Cuba, in vigore a tutt’oggi.

Cuba è un’isola con poche risorse.
È costretta a importare oltre il 60% dei prodotti essenziali al paese.
Con l’inasprimento del blocco voluto da Trump (243 nuovi provvedimenti ancora non rimossi Biden), e la pandemia, che ha azzerato una delle principali fonti di reddito del paese, il turismo, la situazione interna si è aggravata. I cubani hanno dovuto tirare la cinghia.
Gli insoddisfatti della Rivoluzione, che gravitano nell’orbita del “sogno americano”, sono stati quindi i promotori delle proteste di domenica 11 luglio – con l’aiuto “solidale” della CIA, il cui capo ha di recente fatto un giro nel Continente, preoccupato alla luce dei risultati elettorali in Perù e Cile.

La persona più adatta a spiegare l’attuale situazione di Cuba è il suo presidente, Diaz-Canel: “È iniziata la persecuzione finanziaria, economica, commerciale ed energetica.
Loro (la Casa Bianca) vogliono che vi sia un’esplosione sociale interna a Cuba per convocare ‘missioni umanitarie’ che si traducano in invasioni e interferenze”.

“Siamo stati onesti, siamo stati trasparenti, siamo stati chiari, e abbiamo sempre spiegato al popolo, in ogni momento, le difficoltà di questo periodo.
Ricordo che più di un anno e mezzo fa, all’inizio del secondo semestre del 2019, abbiamo dovuto spiegare che ci trovavamo in un momento difficile.
Gli Stati Uniti cominciavano a intensificare una serie di misure restrittive, l’inasprimento del blocco, le persecuzioni finanziarie contro il settore energetico, con l’intento di soffocare la nostra economia. Questo avrebbe provocato l’auspicata esplosione sociale di massa, che avrebbe portato a richiedere un intervento ‘umanitario’, che si concluderebbe con un intervento militare”.

“La situazione è andata avanti, poi sono state imposte le 243 misure coercitive (di Trump, per inasprire il blocco) che tutti conosciamo, e infine si è deciso di includere Cuba nella lista nera dei paesi accusati di sponsorizzare il terrorismo.
Tutte queste restrizioni hanno portato il paese a tagliare immediatamente diverse fonti di reddito, come il turismo, i viaggi dei cubano-americani nel nostro paese e le rimesse di denaro.
È stato costruito un piano volto a screditare le brigate mediche cubane e le collaborazioni solidali di Cuba, che ha ricevuto un importante contributo per questa collaborazione”.

“Tutta questa situazione ha generato una situazione di carenza nel paese, principalmente di cibo, medicinali, e materie prime per poter sviluppare i nostri processi economici e produttivi che, al tempo stesso, contribuiscono alle esportazioni.
Sono stati eliminati due elementi importanti: la possibilità di esportazione e la possibilità di investire risorse”.

“Abbiamo anche delle limitazioni sul carburante e pezzi di ricambio, e tutto questo ha provocato un livello di insoddisfazione, che si è andato a sommare ai problemi accumulati che siamo stati in grado di risolvere e che sono eredità del Período Especial (1990-1995, quando, con il crollo del blocco sovietico, l’economia cubana ha subito gravi ripercussioni).
Oltre a una feroce campagna mediatica di discredito, come parte di una guerra non convenzionale, che cerca di creare una frattura tra il partito, lo stato e il popolo; e vorrebbe qualificare il governo come insufficiente e incapace di offrire benessere al popolo cubano”.

“L’esempio della Rivoluzione cubana disturba molto gli Stati Uniti da 60 anni.
Hanno imposto un blocco ingiusto, criminale e crudele, intensificato oggi nella pandemia. Blocco e azioni restrittive mai imposti a nessun altro paese, nemmeno contro quei paesi considerati i loro principali nemici.
È stata quindi una politica perversa contro una piccola isola che ambisce solo a difendere la propria indipendenza, la propria sovranità e a costruire la propria società con autodeterminazione, secondo principi sostenuti da più dell’86% della popolazione”.

“Nel bel mezzo di tutto questo, irrompe la pandemia, una pandemia che ha colpito non solo Cuba, ma il mondo intero, compresi gli Stati Uniti.
Ha colpito paesi ricchi, e va detto che nei confronti di questa pandemia neanche gli Stati Uniti o gli altri paesi ricchi sono stati in grado di mitigare gli effetti.
I poveri sono stati molto colpiti, perché non esistono politiche pubbliche rivolte al popolo, e vi sono dati, rispetto alla risposta nei confronti della pandemia, che indicano risultati in molti casi ben peggiori di quelli di Cuba.
Il tasso di infezione e di mortalità per milione di abitanti è di gran lunga più alto negli Stati Uniti che a Cuba (gli Stati Uniti hanno registrato 1.724 decessi per milione di abitanti, mentre Cuba ne ha avuti 47).
Mentre gli Stati Uniti si trinceravano nel nazionalismo vaccinale, la Brigata Henry Reeve di medici cubani ha continuato il proprio lavoro tra le popolazioni più povere del mondo (per il quale meriterebbe, è chiaro, il Nobel per la Pace)”.

“Senza la possibilità di invadere Cuba con successo, gli Stati Uniti mantengono un rigido blocco. Dopo la caduta dell’URSS, che aveva fornito all’isola strumenti per aggirare il blocco, gli Stati Uniti hanno cercato di aumentare il loro controllo sul paese caraibico. Già dal 1992, il voto dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite contro il blocco è stato schiacciante. Il governo cubano ha riferito che Cuba avrebbe perso, tra aprile 2019 e marzo 2020, 5 miliardi di dollari di commercio potenziale per via del blocco; negli ultimi quasi sessant’anni, avrebbe perso l’equivalente di 144 miliardi di dollari. Ora, il governo degli Stati Uniti ha applicato un’ulteriore stretta alle sanzioni contro le società di navigazione che portano il petrolio sull’isola”.

È questa fragilità che presta il fianco alle manifestazioni di malcontento, senza che il governo abbia dispiegato truppe o carri armati nelle strade.

La resilienza del popolo cubano, alimentata da esempi come Martí, Che Guevara e Fidel, si è dimostrata invincibile.

È a lei che noi tutti, che lottiamo per un mondo più giusto, dobbiamo solidarietà.

 

 

Schede nazionali sui bilanci dell’istruzione in Europa

I contenuti, tradotti dall’unità italiana di Eurydice, sono stati estratti dal rapporto della rete
Eurydice: European Commission/EACEA/Eurydice, 2013, National Sheets on Education
Budgets in Europe –2013, Eurydice_Facts and Figures, Luxembourg: Publications Office of
the European Union

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Insegnanti in Europa

Formazione, status, condizioni di servizio

Il presente bollettino si compone di una prima parte di sintesi comparativa (comprendente anche l’Italia), corredata da grafici e tabelle, che sintetizza i risultati dell’ultimo rapporto della rete Eurydice dedicato alla professione docente

scarica il bollettino in formato Pdf

Rio de Janeiro: la polizia carica e manganella i professori in sciopero

Continua lo sciopero degli insegnanti delle scuole pubbliche nella città di Rio de Janeiro. Ieri circa mille insegnanti hanno bloccato le vie centrali, resistendo alle cariche e ai lacrimogeni sparati dalla polizia. Nonostante il tribunale di Rio de Janeiro abbia dichiarato illegale lo sciopero, minacciando di multare il sindacato SEPE di 300 mila real, qualora non mettessero fine allo sciopero, i professori hanno dichiarato di non voler cedere a questo ricatto, anzi, continueranno con la loro battaglia fin quando le loro rivendicazioni non saranno ascoltate. Si tratta di richieste basilari e imprescindibili come migliori condizioni lavorative, un rapporto giusto tra numero di alunni per professore e un aumento del salario.
La mobilitazione di ieri è iniziata alle 10 del mattino davanti alla prefettura, dove cinque rappresentanti del sindacato SEPE hanno preso parte al tavolo di dialgo con la segrataria municipale dell’educazione. All’esterno si è radunato un migliaio di insegnanti, i quali hanno dato vita a un presidio. Due ore dopo il presidio ha deciso di bloccare Avenida Presidente Vargas, una delle arterie della città, per dare piú visibilità alla loro battaglia. Dopo una mezz’oretta di blocco del traffico, sul posto sono arrivate diversi furgoni della polizia militare, la quale ha caricato violentemente i professori, manganellando, sparando gas lacrimogeni e utilizzando spray al peperoncino. Il gas tossico ha invaso anche la vicina stazione della metro Cidade Nova, provocando panico dei passeggeri e la chiusura di alcune entrate. In segito gli agenti hanno inseguito gli insegnanti, i quali tentavano di sfuggire alle cariche e ai lacrimogeni, manganellandoli. Almeno quattro persone sono state ricoverate in seguito alle ferite riportate, di cui due hanno riportato ferite serie alla testa. Diverse foto mostrano un’insegnante trascinata per i capelli dagli agenti per poi essere caricata su una camionetta: di fatto la donna non ha fatto nulla se non una scritta a pennarello a sostegno dello sciopero.
Le cariche, l’atteggiamento violento e arrogante della polizia non hanno minimamente scalfito la determinazione degli insegnanti, i quali hanno bloccato nel tardo pomeriggio le vie della zona portuaria. Molteplici gli interventi che hanno denunciato le responsabilità del governo Dilma, il quale ha sempre «miracolosamente» trovato i fondi necessari per finanziare opere faraoniche per il campionato mondiale, ma non per i servizi pubblici di cui necessita veramente la popolazione.

da: www.Infoaut.org

Le scuole americane – traiamo insegnamenti

proteste--testDal 2010, lo Stato ha legato il suo accreditamento dei distretti ad una revisione annuale di rendimento degli studenti nei test standardizzati di Stato e di preparazione post-secondaria. I distretti che ricevono sia una “svolta” o voto “miglioramento priorità” sul quadro prestazioni hanno cinque anni per migliorare o perdere l’accreditamento.
Undici distretti, sono passati a”basso rendimento” per quattro o cinque anni. L’obiettivo dei distretti statali e locali (lo stato e le regioni, si direbbe da noi) è quello di stabilire una serie di regole  su come i quartieri possano riacquistare la loro posizione, onde evitare l’intervento del consiglio di stato che potrebbe privare i distretti locali del loro accreditamento.
Nessun distretto scolastico ha perso il suo accreditamento per il momento, ma il personale del Dipartimento dell’Istruzione del Colorado ha  già deciso quali iniziative prenderà per i distretti che non rispetteranno il target nel tempo assegnato.
Le prove di stato si sono svolte per anni sotto la federale No Child Left Behind (Il No Child Left Behind Act del 2001 -NCLB- è una legge del Congresso  degli Stati Uniti che finanziava l’istruzione primaria e che includeva un programma di aiuti per gli studenti svantaggiati).
NCLB sostiene la riforma dell’istruzione basata su standard accademici, sulla premessa della fissazione di standard a livelli elevati e della programmazione di obiettivi misurabili in grado di migliorare i risultati individuali in materia di istruzione.
La legge impone agli Stati di sviluppare valutazioni di competenze di base. Gli Stati, per ricevere il finanziamento federale per la scuola devono somministrare i test a tutti gli studenti, operazione che servirà ad individuare il livello scolastico raggiunto.
Ma l’iniziativa educativa, allineata con il nuovo Common Core standard (Le norme statali Common Core Iniziative è un’iniziativa di istruzione negli Stati Uniti che dettaglia ciò che gli studenti dovrebbero sapere in “arte di lingua inglese” e “matematica” alla fine di ogni grado. L’iniziativa è promossa dalla Associazione Nazionale dei Governatori (NGA) e il Consiglio dei Capi di Stato scolastici (CCSSO), e cerca di stabilire standard di istruzione coerenti su tutti gli stati, così come vuole garantire che gli studenti, dopo il diploma di scuola superiore siano pronti ad accedere a corsi e programmi universitari a due o quattro anni o entrare nella forza lavoro) ha sollevato molte preoccupazioni per il modo in cui i test stanno ridisegnando l’istruzione pubblica.
Alcuni di loro sono preoccupati per la natura di test che contano per il 20 per cento sulle valutazioni degli insegnanti. Altri pensano  sia eccessiva la quantità di tempo che le scuole spendono per la preparazione ai test standardizzati e credono che i risultati arrivino troppo tardi nel corso dell’anno per stabilire un percorso di recupero adeguato.

Ad altri non piace il fatto che i test siano preparati da una società privata, la Pearson Education.
L’anno scorso, meno di un terzo di studenti tra la terza e ottava elementare dello stato di New York ha raggiunto o superato il benchmark di competenza in matematica e lettura dopo che gli esami sono stati allineati alle nuove norme.
Le proteste sono l’ultima polemica che circonda l’adozione dello stato di standard nazionali Common Core, Molti insegnanti si sono lamentati ed hanno dichiarato di non essere disposti a insegnare il nuovo curriculum e si sentono preoccupati per il fatto che gli studenti ormai imparano l’inglese solo con la preparazione ai test.
Ormai i manifestanti, provenienti dai quartieri di Manhattan, Brooklyn, Queens, Chinatown, Chelsea ed altri, seguiti dalle associazioni sindacali di categoria riempiono sempre di più i marciapiedi delle scuole, e trovano ampio spazio sui quotidiani locali e nazionali.
John King, commissario dello stato di New York per l’educazione ha tenuto un discorso in cui ha ferocemente difeso iniziative di educazione dello Stato, comprese le nuove norme e prove, e si è rammaricato per l’iniziativa di boicottaggio sostenuta da alcuni dirigenti scolastici.
La risposta non si è fatta attendere:
“Come dirigenti scolastici abbiamo sostenuto gli insegnanti nel garantire agli studenti e le famiglie che le prove, in prospettiva, erano importanti. Li abbiamo incoraggiati a essere ottimisti, e abbiamo fatto del nostro meglio per fare lo stesso, ma  francamente molti di noi sono rimasti delusi dalla struttura e la qualità delle prove che ci hanno lasciato impotenti, mentre i bambini hanno faticato per trovare le migliori risposte ai test, distorcendo molto di ciò che noi avevamo insegnato loro sulle capacità di lettura e strategie efficaci e rinunciando alla comprensione profonda del testo per qualcosa di molto diverso “.

Credo che ormai ci siamo fatti un’idea sulla situazione, sta a noi ora trarne  insegnamenti.
Dobbiamo sentirci fortunati per la futuribile visione della scuola, possiamo evitare di compiere gli stessi errori.

per questo LOTTIAMO CONTRO LA SCUOLA-QUIZ, BOICOTTIAMO I TEST INVALSI !

Giorgio Canetto

Proteste a Denver, Colorado

test Denver

il problema dei test torna in ebollizione

DENVER – La primavera è tempo della prova di stato per le scuole e gli studenti in Colorado e in tutto il paese , ma ci sono alcuni genitori che si rifiutano di lasciare partecipare i loro bambini . Sono parte di un movimento che ha avuto inizio in Colorado ed è cresciuta a livello nazionale.

Questo fine settimana , United Opt Out Nazionale , movimento che è iniziato in Colorado quattro anni fa , ha annunciato una conferenza nazionale a Denver . L’ obiettivo è quello di aiutare ad educare i genitori su come protestare per i  test legati alla responsabilità della scuola e il progresso degli studenti .

Grazia e Sophie Engel, due studentesse di Arapahoe High School, ammettono di non saperne molto della protesta, e si domandano perchè non si deve fare il
TCAP (Assessment Program Tennessee Comprehensive = test standardizzati)
La madre delle ragazze , Angela Engel , ha la risposta .

” ho optato per la sperimentazione fin dal 1997 , ho aiutato a somministrare il test di stato conosciuto come il Assessment Program Colorado Student , CSAP , io ero ancora una maestra elementare nella contea di Douglas . Ero completamente coinvolta nel sistema,  poi ho aperto gli occhi. ”

Dopo aver passato un paio di anni con un senso di frustrazione per l’utilizzo del formato del CSAP , Angela ha deciso di impedire lo svolgimento dei test alle sue figlie, quando il legislatore ha legato l’esecuzione della prova alla valutazione e alla responsabilità della scuola .

Alcuni dirigenti scolastici hanno impedito il reinserimento di studenti in classe perché non sono stati presenti ai test.
Nonostante la legge dello Stato , Zurkowski, direttore escutivo del Dipartimento di Educazione del Colorado, ammette che le scuole a volte hanno bisogno di trovare modi migliori per confrontarsi con i genitori che rifiutano i test .
“agli studenti che rifiutano di partecipare a prove deve comunque essere consentito l’accesso a tutte le altre attività non di valutazione . ” afferma Il Sovrintendente della scuola pubblica di Denver (DPS)

Engel sostiene che chi condivide una avversione per la maggiore enfasi sulla high-stakes test (prova con importanti conseguenze per la prova di interesse) includono sia progressisti che conservatori
(L’uso e abuso di high-stakes test sono un argomento controverso in materia di istruzione pubblica, soprattutto negli Stati Uniti, dove sono diventati particolarmente popolari negli ultimi anni, utilizzati non solo per valutare gli studenti, ma anche per il tentativo di aumentare la responsabilità degli insegnanti).

 

Giorgio Canetto

La protesta dei genitori si estende a Buffalo

Quello che era stato un piccolo ma crescente movimento di protesta dei genitori contro i test di stato standardizzati di un anno fa, ora sembra espandersi notevolmente nelle scuole di Buffalo, la seconda più popolosa città dello stato di New York , dopo New York.
“La protesta è molto più elevata rispetto allo scorso anno”, ha detto Soprintendente ad interim Paul G. Hashem.
Mentre le cifre esatte non sono disponibili, i primi rapporti che arrivano da educatori e genitori hanno indicato che molti più genitori hanno deciso di non far partecipare i propri figli alle prove rispetto allo scorso anno.
Nella scuola del Niagara Wheatfield le mamme hanno rifiutato gli esami per la prima volta. “Io non sono contro i test”, ha detto Amy Metzger, una delle mamme, “sono contraria all’utilizzo dei miei figli come cavie nella riforma dello Stato “, e la sua convinzione si è ancor più radicata quando ha constatato che i test di matematica e di lettura sono stati superati da meno di un terzo degli studenti.
“Il collegamento tra i test e le valutazioni degli insegnanti – spiega Christine Cavarello, madre di 3 figli che non hanno partecipato ai test – è una responsabilità troppo grande per essere addossata ai nostri bambini”.
Decine di genitori hanno organizzato una protesta davanti alla scuola Room 801 per convincere il sovrintendente Pamela Brown e soci School Board  ad un incontro sui motivi del fallimento del loro distretto e della scarsa formazione di qualità, ed erano pronti a bivaccare di fronte  all’ufficio della pubblica istruzione di  Buffalo, anche se ciò avrebbe comportato il loro arresto.
Per fortuna però i funzionari della scuola hanno optato per una linea morbida, ed hanno deciso di incontrare i genitori mercoledì prossimo, 30 aprile
La protesta è stata orchestrata dal DPCC (Consiglio Consultivo per i genitori del distretto di Buffalo), che è in subbuglio perché costretto a trovare posti per circa 1.500 gli studenti che hanno chiesto il trasferimento dalle scuole a basso rendimento, un diritto sancito dalla legge.
Il Consiglio ha approvato un controverso piano per unire l’ex Scuola Carta Pinnacle con Harvey Austin School. I membri del Consiglio hanno votato la proposta di sviluppare un nuovo programma per la scuola che nascerà dalla fusione.
Il quartiere ha preso il controllo di Pinnacle lo scorso agosto dopo che lo stato lo ha chiuso a causa di scarse prestazioni. I genitori ora dicono che il distretto ha promesso loro che avrebbero tenuto insieme tutti gli studenti, spostandoli  in una nuova scuola “in buoni rapporti con lo Stato”.
Invece, il quartiere li sta muovendo in Harvey Austin, un’altra scuola che è sempre riuscita a soddisfare gli standard statali.
I genitori di Pinnacle e Harvey Austin hanno così deciso di manifestare insieme di fronte al municipio, a loro si sono uniti anche i genitori degli studenti dell’istituto multiculturale  Martin Luther King, che il distretto sta gradualmente eliminando, un piano che permetterà di spostare 400 studenti.

Giorgio Canetto

Nel Maryland gli insegnanti si vestono da clown per protestare contro i test

Edu4Questo è il messaggio che stanno cercando di diffondere un gruppo di insegnanti di una scuola pubblica di Baltimora vestiti da clown per attirare i passanti.
“Ci sentiamo come se fossimo pagliacci davanti ai ragazzi in questi giorni,” ha detto Peter, un insegnante di lingua e studi sociali.
“Questo test ha un impatto enorme. I presidi sono andati e venuti nelle scuole di Baltimora a causa dei risultati di questo test, ma in realtà, questi test non hanno nulla a che fare con una formazione di qualità con esso “, ha aggiunto Peter. (altro…)

Agitazione per i test nei distretti di New York

In questi ultimi mesi nei distretti di New York si sono sollevate le proteste di associazioni di genitori e insegnanti per la poca trasparenza sui test di valutazione degli studenti.
Lo Stato di New York ha sottoscritto un contratto di 32 milioni di dollari con la società Pearson per scrivere i test standardizzati per il Dipartimento di Educazione; nel contratto inoltre si impone il divieto di preparazione di test da parte di strutture pubbliche e vincola al silenzio li educatori che li somministrano .
Così gli insegnanti hanno assistito ai test di centinaia di migliaia di bambini svolti per tre giorni consecutivi, a loro parere pessimi in termini di comprensione del testo, ma non è stato  permesso loro sottolineare quali siano stati i problemi e le incongruenze.

Questa mancanza di trasparenza è stata una delle forze trainanti che hanno portato gli insegnanti di molte scuole a partecipare ad una manifestazione di protesta svolta il giorno dopo i test , una manifestazione che ha attirato centinaia di sostenitori in più di 30 scuole di New York.
Elizabet Phillips – scrive sul New York Times – ci tiene a sottolineare di non aver protestato per la prova o per le norme comuni di base, ma perché i test, che avrebbero dovuto essere indicatori della capacità di lettura degli studenti, in realtà erano così mal costruiti da vanificare gli obiettivi preposti, e, cosa ancora più grave, i loro risultati avrebbero inciso sulla valutazione dei docenti e dei loro istituti.
In altri termini – prosegue la Phillips – le prove sono state confuse e inappropriate, le domande si sono concentrate su piccoli dettagli anziché sulla comprensione globale, e molte erano ambigue ed è stata posta una forte enfasi sulle questioni che riguardano lo struttura piuttosto che il significato dei testi .

Gli insegnanti e gli amministratori delle scuole dei distretti di  New York si sono espressi contro l’eccessiva enfasi sui test per anni. Nonostante ci sia una nuova legge statale che stabilisce di utilizzare un massimo del 2 per cento del tempo didattico per la preparazione ai test, nel corso degli ultimi anni vi sono state scuole che hanno dedicato più tempo per testare la preparazione , lasciando meno tempo e meno risorse per l’istruzione in musica, le arti , le scienze sociali e l’educazione fisica .
Questa realtà  è particolarmente presente nelle scuole con una percentuale elevata di studenti a basso reddito, che tendono a dare i risultati peggiori nei test, e i cui insegnanti e presidi devono preoccuparsi di più per i punteggi, utilizzati per valutarli.

Studenti , insegnanti e almeno 37 presidi del distretto di Manhattan la scorsa settimana hanno protestato per le prove standardizzate, sostenendo che sono piene di domande mal costruite .
“Siamo delusi per la struttura e la qualità di questo test, così come la mancanza di trasparenza che circonda questo processo ” ha detto Adele Schroeter, preside della Scuola Pubblica 59 (NEW YORK DAILY NEWS – Venerdì 11 Aprile 2014).

Qualcuno ha pensato che la società Pearson avrebbe ascoltato l’ampia richiesta del mondo della scuola che ha ricevuto l’anno scorso e avrebbe rivisto i test, così non è stato, ed è stato sconcertante per molti constatare che gli esami di terza , quarta e quinta elementare sono stati peggiori che mai.

Oggi la logica della legge dello stato attuale che valuta un insegnante si basa per il 60 % sulla valutazione del preside, per il 20% sui risultati di crescita dello studente ottenuti su test a livello locale ed il restante 20 % sui risultati di crescita dello studente ottenuti su test a livello statale.
Alcuni pensano che la rimozione dei test locali e statali significherebbe dare troppo peso alla valutazione del dirigente scolastico, il che sarebbe, oltre che poco corretto, anche pericoloso.

Intanto il Governatore Andrew Cuomo e lo Stato legislatore ha approvato una legge di bilancio che permette alle scuole private di occupare spazi all’interno delle scuole pubbliche, permetterà loro di espandersi internamente limitando lo spazio per la scuola pubblica e, in alcuni casi, eliminare programmi per studenti con disabilità profonde per far posto a una più grande scuola privata altamente privilegiata.
Ma di questo ed altro parleremo nel prossimo report.

Giorgio Canetto

Chiamiamoci fuori per recuperare le nostre scuole

By South Side CPS Mom, 2 marzo 2014

Ci sono due domande senza risposta su questa semplice protesta che CPS suburbane (Chicago public schools) e genitori stanno intraprendendo. I genitori, in gran numero, stanno optando per tenere i loro bambini fuori dalla prova ISAT( Test di Ammissione per gli Studenti), che dovrebbe iniziare questa settimana (prima settimana di marzo)
Ci domandiamo perché così tanti genitori si uniscono a questa protesta? Può essere un fatto di poca importanza oppure rischia di compromettere le future opportunità educative delle famiglie?
Eppure le petizioni sono sempre più numerose e si diffondono anche nelle scuole di periferia.
E in secondo luogo, perché CPS risponde con tanta isteria, disinformazione e minacce?
Ci viene detto che le scuole americane stanno fallendo perchè non preparano i nostri figli per il mercato globale, è il momento di giocare duro e per evitare il collasso dei nostri sistemi scolastici il test è l’unica risposta.
Il mio sospetto, come ho sentito dire da sempre più genitori la scorsa settimana, è che la gente sta cominciando a comprendere il pasticcio che ci è stato imposto per anni e che sta ottenendo solo risultati pessimi. Ma ISAT, per quanto fastidioso sia, è solo la punta dell’iceberg. Lo tsunami massiccio di test che attualmente travolge l’istruzione pubblica è il risultato di una tempesta di cattiva politica, con un elettorato addormentato al volante.
E l’elettorato siamo noi.
Ciò che è successo è che le nostre scuole sono diventate il luogo di un nuovo e altamente redditizio affare per l’industria, il settore testing.
La ragione per cui non si fanno altri esami per ottenere punteggi migliori è un semplice errore logico: il test non è uguale apprendimento. E le prove più dure non significano istruzione più impegnativa. Altri test significano solamente maggiori profitti per l’industria del test. E le prove più dure significano più guasti e maggiori richieste di ulteriori test, prove più dure. E più profitto. E così via.
Noi genitori stiamo iniziando a muoverci, non importa quante volte il Dipartimento della Pubblica Istruzione cerca di dare la colpa a noi genitori di coccolare o essere negligenti verso i propri figli, non importa quanto si cerca di deviare e confondere il problema. Il re è nudo e noi cominciamo a notarlo.
CPS sta rispondendo in maniera sproporzionata alla posizione della gente, Barbara Byrd-Bennett ha emesso numerose e contrastanti istruzioni per i genitori e presidi.
I bambini hanno la possibilità di non eseguire i test.
i bambini del 3 ° e 6° anno non possono rinunciare ai test.
Tutti i bambini dovrebbero sedersi ai loro posti durante le prove, e tutti riceveranno i libretti di test, anche quelli che non vogliono partecipare ai test
tutti i bambini che non vogliono partecipare al test dovrebbero portare un libro da leggere.
tutti i bambini che non vogliono eseguire i test dovrebbero andare in un’altra aula.
(Non vi ricorda qualcosa ?)
Nel frattempo, le voci del sindaco e il Tribune e Barbara Byrd-Bennett si fanno sempre più forti, come mai ? Tutto ciò potrebbe essere gestito in maniera più soft, ma CPS ne ha fatto una questione di principio e ha adottato un tono rabbioso, minacciando cose folli, come la revoca di accreditamento delle scuole o la revoca della certificazione per gli insegnanti.
Quello che non hanno ancora capito è che questa perdita di controllo rende le persone sospette e arrabbiate, e spinge anche le persone che non lo avrebbero mai fatto a partecipare a questa protesta.
Senza dubbio abbiamo toccato un nervo scoperto. Sia Rahm Emanuel che Barbara Byrd-Bennett sono fautori della riforma della Scuola-Azienda, che ci ha portato, tra le altre cose, questo tsunami di valutazioni standardizzate.
Dire di no a un test standardizzato, anche uno senza senso, potrebbe indurci a dire di no a tutti i test in generale. E questo, amici miei, costerebbe a un sacco di gente la perdita di un inimmaginabile profitto.
Ma ci potrebbe consentire di recuperare le nostre scuole per i nostri quartieri, i nostri figli, e l’apprendimento reale.

Miti e realtà dell’agenzia statale USA per l’accertamento dei livelli di istruzione scolastica

Miti e realtà del Common Core Assessment  (agenzia statale USA per l’accertamento dei livelli di istruzione scolastica n.d.c.): necessità di moratoria da altri test, costi e stress.

Con No Child Left Behind (NCLB, programma federale che svolge interventi per aiutare studenti svantaggiati, n.d.c. ), ogni Stato ha stabilito i propri standard educativi e ha sviluppato test per misurarli. Ma poiché No Child Left Behind  ha fallito nello spronare miglioramenti dei risultati dei test, o nel colmare i gap di carattere razziale, molti “riformatori” stanno spingendo nella direzione di standard nazionali o “comuni”. (altro…)

Lettera aperta al Presidente Barack Obama sul testing standardizzato

scuola-americana-1Più di 120 autori e illustratori di libri per bambini si rivolgono al Presidente Obama: “siamo allarmati dall’impatto negativo dell’eccessivo testing scolastico”.

I sottoscrittori dell’appello includono molti vincitori di premi nazionali che chiedono “di cambiare il modo in cui verifichiamo l’apprendimento, in modo che la scuola possa nutrire la creatività, l’amore per l’esplorazione e per la letteratura” (altro…)

Il sistema scolastico spagnolo

Il sistema scolastico spagnolo prevede una distinzione tra l’insegnamento di Regime generale e l’insegnamento di Regime speciale che riguarda l’ambito Artistico, nel quale si distinguono i corsi formativi in arti plastiche e disegno, che hanno un iter formativo alternativo all’insegnamento generale a partire dal termine della scuola secondaria obbligatoria; appartengono al regime speciale gli insegnamenti di musica, danza e arte drammatica. (altro…)

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