Renzi tenta di rianimare in extremis il suo moribondo Ddl “cattiva scuola”

Comunicato-stampa – 20 giugno 2015

– Renzi tenta di rianimare in extremis il suo moribondo Ddl “cattiva scuola”, ricattando puerilmente il popolo della scuola e le opposizioni interne
– La mobilitazione si intensifica per seppellire definitivamente il Ddl-zombie e per lo stralcio del decreto stabilizza-precari. Manifestazioni in tutta Italia martedì 23, quando si riunirà la Commissione. A Roma davanti al Senato (alle 17) a P.za Vidoni e Cinque lune. In piazza anche il 24 e il 25, al passaggio in Aula del Ddl.  

Dopo l’annuncio di resa sul Ddl “cattiva scuola” e la contemporanea, puerile vendetta contro i precari, fatta da Renzi a “Porta a porta” il 16 giugno, lo sciagurato Giovin Signore si è auto-smentito spiazzando ulteriormente la sua corte politica e massmediatica: ha cambiato rotta a 180 gradi e sta tentando di rianimare in extremis il suo moribondo, e unanimemente detestato da chiunque abbia a cuore le sorti della scuola pubblica, disegno di legge. Martedì 23 il governo presenterà un “maxiemendamento” in Commissione cultura e se l’opposizione non si arrenderà probabilmente non farà votare e trasferirà direttamente il Ddl-zombie in Aula, imponendo il voto di fiducia. Sembrava che, almeno in extremis, la grandiosa mobilitazione del popolo della scuola pubblica e i clamorosi e ripetuti tracolli elettorali del PD avessero riportato alla ragione il governo e che le minacce ai precari fossero lo sfogo puerile di un leader che, seppure con disastroso ritardo, si rendeva però conto dell’assurdità dell’intero percorso. E invece incurante di plebiscitarie opposizioni, sconfitte ripetute, drastici cali di consenso, Renzi più sbatte la testa contro il muro e più si convince che sarà il muro, e non la sua testa, a spaccarsi.
Comunque, se Renzi aveva sperato che il suo ricatto “o Ddl o niente assunzioni” funzionasse e paralizzasse l’enorme movimento di protesta, ha ora potuto verificare che è successo esattamente l’opposto. Il movimento sta riuscendo a rafforzare ulteriormente la protesta ed è oramai in piazza senza soste, riaffermando che per i docenti è intollerabile perdere la libertà di insegnamento, essere giudicati da colleghi o presidi che non hanno alcun titolo più di loro, essere assunti e licenziati da  un preside-padrone che distribuisce premi o punizioni in base alla fedeltà e alla subordinazione ai suoi voleri; mentre l’assunzione stabile dei precari non è una graziosa concessione del governo ma un dovere assoluto verso docenti ed Ata precari che lavorano nella scuola da lungo tempo e che ogni anno vengono assunti e licenziati. Ad essi/e va resa giustizia sulla base della sentenza della Corte europea che ne ha richiesto la stabilizzazione dopo 36 mesi di lavoro; e dunque è inderogabile un decreto che non solo confermi la stabilizzazione dei centomila annunciati ma anche un piano, al massimo triennale, di assunzione stabile di tutti gli altri docenti ed Ata che hanno i requisiti citati dalla Corte di giustizia europea.
Il 23 giugno, quando il “maxiemendamento” verrà presentato in Commissione, si svolgeranno in tutta Italia manifestazioni unitarie delle scuole, delle RSU, dei COBAS e degli altri sindacati che in queste settimane hanno convocato gli scioperi plebiscitari; e il 24 e il 25, quando il testo dovrebbe arrivare in aula per il voto finale, torneremo in piazza in tutte le città. A Roma il 23 manifesteremo intorno al Senato (dalle 17), a Piazza Vidoni e Cinque lune.
Non daremo tregua a Renzi e al suo governo: in piazza fino al ritiro definitivo del Ddl “cattiva scuola”, uno zombie che ancora non si rassegna ad una pietosa sepoltura, e fino all’emanazione del decreto stabilizza-precari.

Piero Bernocchi  portavoce nazionale COBAS

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