Un bel successo dei COBAS della Scuola, pur in elezioni truccate

Comunicato-stampa

1190 liste presentate (270 in più rispetto al 2015), 20720 voti (3400 in più, +20%), 20% di voti in media nelle 1190 scuole e 2.6% in assoluto (+0,4%), 645 RSU elette (+55)

Le cifre della crescita dei COBAS in queste elezioni RSU della Scuola, rispetto alle precedenti del 2015, sono inequivocabili. Però, nella valutazione va fatta un’indispensabile premessa: l’attuale meccanismo per stabilire la rappresentatività nazionale è un’autentica truffa. Per determinarla, in qualsiasi sistema elettorale al mondo, politico o sindacale, si vota su liste nazionali e qualsiasi cittadino/a o lavoratore/trice si può esprimere. E così è stato per decenni anche nella scuola italiana fino a quando, per impedire la crescita dei COBAS e del sindacalismo conflittuale, è stata imposta la valutazione sulla base delle liste RSU di scuola. Cosicché un lavoratore/trice può votare per un sindacato solo se quest’ultimo ha presentato nella scuola un candidato/a disposto a fare il sindacalista di istituto. E’ come se nelle elezioni politiche si stabilisse la rappresentanza nazionale dei partiti attraverso elezioni di caseggiato: e non avendo colà un candidato del partito preferito, non si potesse votare per tale partito. L’unica misurazione vera è quella su liste nazionali e quando è stata fatta, come nelle elezioni del 2015 per il CSPI (Consiglio Superiore Pubblica Istruzione), i COBAS hanno superato agevolmente la fatidica soglia del 5%. Inoltre, la negazione del diritto di assemblea anche durante la campagna elettorale impedisce la ricerca dei candidati, tanto più a chi come i COBAS non ha mestieranti distaccati dal lavoro, e rende ancor più truccato il meccanismo.

E’ dunque alla luce di queste considerazioni che va valutata la significativa positività del nostro risultato, soprattutto  in confronto alle elezioni del 2015. Allora presentammo 920 liste, stavolta siamo arrivati a 1190, 270 in più. Nel 2015 ottenemmo 17318 voti, oggi i nostri voti sono 20720,  3400 in più (+20%), con una media, nelle scuole ove abbiamo potuto presentare le liste, del 20% e una media su tutte le scuole del 2.6% (+0.4% rispetto al 2015), e le nostre RSU elette sono 645, 55 in più, risultando le prime in centinaia di istituti: tutti dati ancor più positivi se si tiene conto del vistoso aumento del numero medio di liste per scuola presentate dagli altri sindacati. Il reale peso del consenso ai COBAS va misurato però – insistiamo su questo proprio a causa delle inique “regole del gioco” – sulle 1190 scuole ove abbiamo potuto “gareggiare” in 75 province, che sono un abbondantissimo “campione” nazionale e dove  i COBAS hanno la media del 20% dei voti. E a conforto di questa lettura dei dati, sta il risultato della provincia di Pisa, ove, avendo liste in tutte le scuole, abbiamo potuto competere alla pari con i sindacati di Palazzo, ottenendo un successo straordinario con il 37.2%, lasciando a notevole distanza Cgil (23.4%) e Cisl (15.2%). La soddisfazione per questi incrementi in voti ed eletti/e non ci fa però dimenticare che restiamo privi di diritti sindacali fondamentali. E in tal senso, rinnoveremo anche al nuovo governo (che prima o poi si farà) la forte e urgente richiesta, valida per la Scuola e per ogni settore lavorativo, di elezioni su scheda nazionale per determinare a tale livello la rappresentatività, e la restituzione dei diritti di assemblea e di propaganda anche per quei sindacati che non dovessero raggiungerla.

Piero Bernocchi    portavoce nazionale COBAS

27 aprile 2018

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