LINEA GOTICA: le due italie del Covid – di Gian Luigi Deiana

LINEA GOTICA:

le due italie del Covid

di Gian Luigi Deiana

Alla data decisiva della fase due gli attori istituzionali in campo sono, come è logico che sia, il governo nazionale e i governatori regionali.

Non vi è propriamente un contrasto tra governo e regioni, benchè la si butti sul governo e sulla presumibile goffaggine del ministro Boccia, vi è invece un  contrasto “tra” i governatori regionali: quelli del nord premono per una apertura generale senza vincoli di movimento e quelli del sud premono invece per una apertura generale condizionata a passaporti sanitari.

Poichè il problema è impostato male la soluzione a breve, salvo una successione di colpi di culo, non potrà essere che sbagliata: non si sa perchè, ma proprio nel momento in cui si gioca la mossa decisiva della fase 2 viene zittita la commissione medico-scientifica, viene trascurata la logica dei dati e la responsabilità decisionale scade a livello umorale, come in una partita di carte al tavolo di un bar.

Per di più gli occhi della platea e delle tifoserie sono puntati proprio sul ministro Boccia, che non è per niente il centro del problema: il centro del problema sta infatti nella esigenza di riconquista del territorio di mobilità e di mercato da parte del sistema produttivo del nord, e nella esigenza di controllo sanitario degli ingressi da parte del sistema della ricettività vacanziera del sud.

Messa così, è chiaro che hanno prioritariamente ragione i governatori del sud, salvo che il controllo sanitario individualizzato da essi invocato è impraticabile ed inservibile.

Resta l’ipotesi del passaporto sanitario limitato alla sola Sardegna, ma ciò, posto che si possa impiantare da oggi a domani un modo per realizzarlo, si tradurrebbe per l’isola in un catastrofico autogol: non si tratterebbe infatti di una condizione di deterrenza nei confronti dei soli turisti lombardi, ma anche di tutto il flusso tedesco e nord europeo in genere, che logicamente finirebbe per convogliarsi verso il meridione italico o verso le coste balcaniche o egee o semplicemente verso la Corsica o la costa spagnola: si tratta di flussi che marcano anni e non una sola difficile estate.

Quindi, al di là delle impuntature di sovranità e dei siparietti idioti tra il sindaco di Milano e il governatore della Sardegna, sarebbe comunque un pasticcio.

La pretesa dei governatori del nord è a sua volta visibilmente azzardata, appoggiata su dati ancora rischiosi e per la Lombardia addirittura taroccati.

Nonostante ciò resta chiaro che un semi-lockdown estivo con milioni di persone immobilizzate per settimane a quaranta gradi nelle città padane è assurdo e disumano: restare ciechi rispetto a questo facendo gli offesi per le stupidaggini del sindaco Sala significa battere persino un sindaco nella classifica della stupidità.

Che fare allora?

Allora sarebbe necessario giocarsi tutto giugno marcando stretto il Covid anzichè gli umori e i capricci: sebbene l’ordinamento istituzionale resti disegnato su un territorio nazionale, 1, e venti territori regionali, 20, il Covid ha disegnato due italie, 2, e purtroppo comanda ancora lui.

Quindi fare il braccio di ferro tra la soluzione 1 e la soluzione 20 allo stato attuale è da scemi.

La soluzione dettata dal padrone del gioco, che è il Covid e non la Confindustria, è la soluzione su due italie, 2, almeno per tutto giugno e probabilmente fino a metà agosto.

Il Covid non ha marcato una sua geografia capricciosa e matta: ha invece marcato un confine che corrisponde esattamente alla grande muraglia appenninica settentrionale.

Essa separa sul versante ligure le province di Piacenza e La Spezia e sul versante adriatico le province di Rimini e Pesaro.

Separa nel suo baricentro Bologna e Firenze ecc.: è la vecchia linea Gotica dei tempi di guerra, o se si vuole la linea del Rubicone di Giulio Cesare.

Se si tiene pazienza la gente delle regioni del nord può avere modo di muoversi e respirare, con tutte le Alpi e due mari a disposizione.

E la gente del sud ha modo di gestire le condizioni di rischio con la necessaria sicurezza e con un minimo di motore economico in ripresa.

La linea Gotica significa accettare di continuare a giocare la partita col Covid senza la tentazione dell’azzardo, ma senza predisporsi a morire di autoquarantena infinita: perchè di autoquarantena, anche se di morte lenta, si muore lo stesso.

In termini di semplice sociologia, inoltre, orientare questa lunga estate a sciogliere la dipendenza nord-sud, così smaccatamente radicata nel costume italiano delle vacanze, sarebbe davvero una opzione innovativa e salutare, oltrechè dettata dal buon senso.

Meglio una linea Gotica oggi, che venti Caporetto domani.

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