Mobilitiamoci contro il Governo delle banche, dei ricchi e di quel Nord concentrato di potere economico e finanziario

Mobilitiamoci contro il Governo delle banche, dei ricchi e

di quel Nord concentrato di potere economico e finanziario

Il Presidente della Repubblica Mattarella, prendendo atto del fallimento del tentativo di ricomporre l’alleanza di governo tra Pd, M5S, Leu e IV, ha annunciato il varo di «un governo di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica», e ha dato l’incarico di formare il nuovo governo a Mario Draghi, ex governatore della Banca d’Italia ed ex presidente della Banca centrale europea.

Chi è e cosa pensa Draghi lo sappiamo tutti benissimo, soprattutto lo ricordano i greci. Draghi è stato uno dei massimi teorici della linea dura nel negoziato sul debito greco del 2015. Gli effetti sociali e umani della vicenda greca sono spaventosi, paragonabili a una lunga e intensa guerra.

Del resto, che Draghi sia una nuova versione di Monti non è una cosa che avvertono solo i movimenti critici e gli antagonisti. Dagli Stati Uniti, il New York Times paragona l’attuale momento italiano al 2011 quando proprio Draghi cofirmò insieme a Trichet) la famosa lettera a Berlusconi (conosciuta anche come lettera della BCE all’Italia). In questa riservata i vertici della Banca Centrale europea imposero al Governo italiano una sanguinosa serie di “riforme”. Erano i tempi del “bunga-bunga” e degli scandali di Berlusconi, ma il Governo non cadde per questo motivo e arrivò Monti per “fare il lavoro sporco in economia per portare l’Italia fuori dai guai” (così scrive il New York Times).

Il lavoro sporco consisteva in privatizzazioni selvagge, facilità di licenziare, pareggio di bilancio in Costituzione, aumento dell’età pensionabile, blocco del turnover e taglio degli stipendi nel pubblico impiego, spending review.

Insomma, i motivi per cui Monti e la Fornero sono diventati nell’immaginario comune dei veri e propri “mostri”.

Monti, certo, nel 2011 arrivava (su commissione di Draghi) per tagliare, privatizzare e demolire il welfare. Oggi Draghi arriva per spendere i soldi del Recovery Fund e spenderli in modo che vada bene ai pesci grandi, alla Confindustria, alla Banca Centrale e alla Commissione Europea.

Se gli ultimi, i lavoratori, i territori subalterni (come la Sardegna) erano già pesantemente esclusi da questa pioggia di soldi, con Draghi le maglie si restringeranno ulteriormente.

Cosa c’entri tutto questo con la pandemia, con la crisi sanitaria e come si faccia a definire il Governo in formazione come un “esecutivo di alto profilo” è un mistero.

E la Sardegna? La nostra terra in tutto questo risulta sempre più periferia dimenticata e abbandonata. Non avremmo beneficiato prima del Recovery e non ne beneficeremo adesso. In compenso ne pagheremo il prezzo del debito e delle misure di austerità che sicuramente l’accompagneranno.

L’unica speranza è quella della ribellione popolare di un intero territorio costretto da anni a vivere nella miseria e nell’abbandono.

Per questo motivo chiamiamo tutte le forze sociali, culturali e politiche sarde ad alzare gli scudi contro questo ennesimo Governo delle banche, dei ricchi, di quel Nord accentratore di potere economico e finanziario, e a concentrarci finalmente nella difesa dei nostri diritti e a tutelare i nostri interessi.

Caminera Noa – Rifondazione Comunista Sardegna

Federazione Sociale USB Sardegna – COBAS Sardegna

 

 

 

sul Governo Draghi

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *