Servizio di leva

Sarà a causa dei vari conflitti ( Siria,Iraq, Israele, Russia)nei quali l?italia si trova più o meno coinvolta, che sempre con più insistenza si sente parlare di ripistino del servizio di leva obbligatorio,  sospeso nel 2005, sospeso non sopresso la soppressione prevederebbe una modifica alla costitutzione,noltre molti servizi sociali che gli obbiettori di coscenzaa svolgevano in forma gratutita, negli ospedali, in case per anzioni oggi mancano e hanno un costo elevato. Molti non sanno che . Il D. Lgs 15 marzo 2010, n.66 dà mandato ai Sindaci di tutti i Comuni italiani,  di rendere noto il primo gennaio che i cittadini di sesso maschile che entro l’anno compiono i 17 anni hanno il dovere di “farsi inserire nelle liste di leva del Comune in cui sono legalmente domiciliati”. Se non ci pensano loro stessi sono i genitori ad avere “l’obbligo di curarne l’iscrizione nelle liste di leva”.
Non si tratta di andare a fare il militare  ma dimettersi obbligatoriamente a disposizione qualora il Governo decidesse di riattivare la leva obbligatoria. Lo stesso D. Lgs 15 marzo 2010, n.66 sancisce infatti che il servizio di leva può essere ripristinato con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, “se è deliberato lo stato di guerra ai sensi dell’articolo 78 della Costituzione” oppure “se una grave crisi internazionale nella quale l’Italia è coinvolta direttamente o in ragione della sua appartenenza ad una organizzazione internazionale giustifica un aumento della consistenza numerica delle Forze armate”.
Spetta al Sindaco predisporre la lista di leva di tutti i diciassettenni, firmarla e inviarla al Ministero della Difesa nei primi dieci giorni del mese di aprile.
Il rifiuto di tale obbligo da parte dei diciassettenni e dei loro genitori non è contemplato dalla Legge tuttavia in caso di ripristino della leva si potrà ricorrere all’obiezione di coscienza e intraprendere il servizio civile.
A chi compie 17 anni in Italia non si garantisce il diritto allo studio, non si garantisce l’accesso all’Università, sempre più a numero chiuso e con tasse sempre più alte. Non vengono date prospettive lavorative e nessuna certezza sul reddito e il futuro. A molti diciassettenni, soprattutto quelli meno abbienti, non viene data altra possibilità che l’emigrazione o lo sfruttamento in posti di lavoro in nero o precari. Il Ministero della Difesa però li vuole a disposizione per la guerra.
Resta la strada del rifiuto e della pace. Cantava Ivano Fossati un testo di Boris Vian rivolto a chi gli chiedeva di andare a fare il militare: “per cui se servirà del sangue ad ogni costo andate a dare il vostro se vi divertirà. E dica pure ai suoi se vengono a cercarmi che possono spararmi io armi non ne ho”.

Bruno Firinu

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