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Sulla riduzione di un anno del percorso formativo quinquennale della scuola secondaria di secondo grado

ATTIVITA’ VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione)
Seduta di Giovedì 24 aprile 2014
Vacca (M5S): Sulla riduzione di un anno del percorso formativo quinquennale della scuola secondaria di secondo grado

Il sottosegretario Angela D’ONGHIA risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).
Gianluca VACCA (M5S), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta resa dal rappresentante del Governo. Rileva, infatti, come vi sia assoluta mancanza di trasparenza sulla sperimentazione in atto presso talune istituzioni scolastiche, mancando sia i relativi dati sia ulteriori elementi di valutazione come progetti o decreti attuativi, i quali non sono reperibili neppure sul sito istituzionale del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Ritiene, quindi, che il progetto di
riduzione di un anno dei percorsi di studio della scuola secondaria di secondo grado sia frammentario, non avendo un quadro di riferimento nazionale certo. Reputa, inoltre, non opportuno iniziare tale sperimentazione presso gli istituti paritari, perché questa sia poi riportata alle scuole
statali, in quanto la stessa sperimentazione dovrebbe essere attivata anzitutto nelle istituzioni scolastiche statali, per poi, eventualmente, essere trasferita alle scuole paritarie. Si chiede, quindi, se dietro questo atteggiamento vi sia la volontà di attuare, al fine di reperire nuove risorse, un repentino taglio di fondi per la scuola, realizzato tramite la riduzione di un anno del corso di studi superiori. Questo reale obiettivo, che sembra confermato da quanto indicato nell’atto di indirizzo del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca del 4 febbraio 2013 che, nella priorità n. 5, punto c), connette la riduzione di un anno del corso di studi superiori « anche alla destinazione delle maggiori risorse disponibili per il miglioramento della qualità e della quantità dell’offerta formativa », sarebbe perseguito in assenza di una reale attività di sperimentazione controllabile da parte dei cittadini. Rileva, infine, come, di fronte a questa ipotesi di taglio di circa 40 mila cattedre, con un risparmio di alcune centinaia di milioni di euro, altri Stati, come gli Stati Uniti d’America, stiano sperimentando l’allungamento sino a 6 anni degli studi secondari superiori, in particolare ad indirizzo tecnico. Precisa, quindi, che ridurre di un anno il corso di studi superiori, per immettere gli studenti prima nel circuito universitario, non è utile, se poi gli stessi studenti abbandonano precocemente gli studi, come dimostrano le rilevazioni sul tasso di abbandono universitario che in Italia è il più elevato d’Europa.

ALLEGATO 5 – TESTO DELLA RISPOSTA
Il sottosegretario Angela D’ONGHIA risponde all’interrogazione in titolo
In relazione a quanto prospettato con l’atto parlamentare in discussione, desidero anzitutto assicurare che sulla materia dei progetti di innovazione metodologico-didattica che prevedono l’attivazione di percorsi quadriennali di scuola secondaria di secondo grado sperimentali, è in corso un approfondimento al fine sia di verificare l’affidabilità dell’innovazione in argomento, sia di garantire la trasparenza delle procedure anche mediante modalità che prevedano una maggiore apertura da parte dell’amministrazione.
Ricordo che tali progetti sono realizzati ai sensi dell’articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999 (Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche), il quale prevede in particolare che gli stessi sono volti a esplorare possibili innovazioni riguardanti gli ordinamenti degli studi, la loro articolazione e durata, l’integrazione fra sistemi formativi, i processi di continuità e orientamento.
Inoltre, con i decreti autorizzativi delle sperimentazioni i competenti Uffici scolastici regionali sono chiamati a costituire specifici comitati tecnico-scientifici che provvederanno annualmente a valutare gli esiti dei progetti di innovazione, di cui il Ministero potrà fornire puntuale documentazione. In ogni caso, la sperimentazione dovrà garantire agli alunni, anche mediante il ricorso alla flessibilità didattica e organizzativa consentita dall’autonomia scolastica, il raggiungimento degli obiettivi specifici di apprendimento e delle competenze previsti per il quinto anno della scuola secondaria superiore.

In merito al numero di progetti di innovazione relativi all’attivazione di percorsi quadriennali di scuola secondaria di secondo grado, informo che per il corrente anno scolastico sono state autorizzate tre sperimentazioni che riguardano gli istituti paritari « Olga Fiorini » di Busto Arsizio, « San Carlo » di Milano e « Guido Carli » di Brescia. Per l’anno scolastico 2014/2015 saranno attivati, oltre ai tre progetti segnalati dall’Onorevole interrogante, quelli relativi agli istituti statali « Orazio » di Bari, « Garibaldi » di Napoli e « Telesi@ » di Telese Terme, e quelli proposti dagli istituti paritari « Esedra » di Lucca e « Visconti » di Roma. Inoltre, è in corso la fase istruttoria di valutazione per analoghe proposte presentate da altre istituzioni scolastiche, sia statali che paritarie

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