Adesione alla rete “Master Teacher”

master-teacherLa Regione Sardegna sopprime Istituti Scolastici e chiude Scuole ma spende oltre 6 milioni di Euro per gli accordi di rete “Master teacher”

L’adesione alla rete Master Teacher (Scuola Digitale – Semid@s), richiesta in fretta e furia alle scuole della Sardegna, nasconde in realtà una situazione di sperpero di denaro pubblico che indigna ed indispone. Presentata  come la conclusione del processo di modernizzazione tecnologica della scuola è in realtà l’ennesima beffa, resa ancora più grave dal fatto che l’artefice è la stessa Regione Sarda.
Lo scorso anno è stata terminata l’installazione delle LIM (lavagne Interattive Multimediali) in tutte le scuole della Sardegna per le quali è stata spesa una fortuna. Poco importa che in diverse aule i muri non fossero imbiancati, i banchi e le sedie vecchi e inadeguati, le tapparelle rotte ecc… le LIM dominano sulle pareti delle aule a comunicare il “cambiamento della scuola”. L’installazione  effettuata tuttavia non è certo a norma, considerato che spesso i cavi sono volanti non inseriti in apposite canalette per garantirne la sicurezza e sono collegati con “ciabatte e prolunghe”.
Da subito diverse di queste hanno presentato delle problematiche nel funzionamento in particolare nell’utilizzo del software per la preparazione della lezione.
Non si è investito per la manutenzione, infatti in caso di malfunzionamento non è presente un tecnico, per cui, già dopo un anno queste LIM in molte aule sono diventate un oggetto d’arredamento “ingombrante” che viene utilizzato solo come proiettore.
E’ incredibile che con i soldi che sono stati spesi gli stessi rappresentanti del Governo nel piano “La buona scuola” definiscano le LIM “obsolete e ingombranti”.
Per fortuna nella nostra scuola non sono state rimosse le lavagne in ardesia come incredibilmente è stato fatto in alcune scuole/istituti della Sardegna talvolta per inaudita decisione unilaterale dei/delle Dirigenti Scolastici.
Di questo passo queste/i modernisti dell’ultim’ora decideranno il divieto dell’uso di quadernoni, matite e penne cancellabili!!!!
Quest’anno in Sardegna (perché questa “delizia è tutta sarda), è partito il corso per formare i “Master Teacher” ossia i 1000 docenti regionali che dovrebbero poi formare a loro volta gli altri colleghi delle proprie scuole.
Come denunciato, tra gli altri, dal Professor Silvano Tagliagambe in un commento pubblicato sull’Unione Sarda il 21 febbraio 2015, nonostante le eccellenze e le professionalità in Sardegna nel campo dell’Informatica anche, rivolte al mondo della scuola la Regione Sarda, ha preferito affidare la formazione dei master teacher  all’INDIRE (Istituto Nazionale Documentazione e Ricerca Educativa).
L’INDIRE è quello stesso Istituto che aveva  prodotto “le pillole di sapere” Gelminiane, di ben triste memoria, pagate profumatamente con soldi pubblici e ritirate perché indecenti e sulle quali è aperta un’inchiesta dell’autorità giudiziaria.
L’Indire  ha  quindi predisposto un corso articolato in 75 ore, una parte in presenza e una parte online. I corsi sono tenuti da docenti “formati” anch’essi con un corso simile.
A  ciascun partecipante è stato, gentilmente regalato un tablet (con i nostri soldi) con scheda business attiva per sei mesi ma, questo tablet non supportava Oliboard né i programmi che servivano per utilizzare la LIM.

Così è stato chiesto ai corsisti che ognuno portasse il proprio PC da casa e diversi insegnanti vista la poca serietà organizzativa, hanno restituito il “regalo” e sono andati via. Altri lo stanno ancora frequentando
Ora si passa alla 2ª fase: la formazione di tutti gli altri docenti delle scuole sarde (circa 18.000) per cui si  notifica a tutte le scuole l’avvio del nuovo progetto per il “Proseguimento dell’azione di formazione denominata Master Teacher”, costo dell’azione complessiva 6,2 milioni di euro.
I nuovi Master Teacher avranno il compito di “attività di animazione e disseminazione delle competenze acquisite” e saranno supportati dai “Meta Master Teacher” che svolgeranno “funzione di raccordo generale” e “daranno supporto tecnico”. A questo punto non si comprende perché se si ritiene che la formazione dei Master Teacher sardi sia soddisfacente (e con tutti i soldi spesi ci parrebbe il minimo) e che, quindi, siano in grado di svolgere in piena autonomia la funzione di formatori, sia necessario teleguidarli dall’esterno.
I tempi e le metodiche  con cui è strutturato questo progetto rendono chiaramente l’idea di come le cose vengano fatte, (scadenza di presentazione del progetto 6 marzo 2015 ), di come lo scopo non sia quello di favorire un serio lavoro di preparazione e formazione docenti, considerato che tutto deve essere fatto in situazione di urgenza ed emergenza, proprio per non dare il tempo alla riflessione che invece meriterebbe un lavoro di questo tipo: descrizione, discussione e realizzazione del progetto, accordo di rete, chiara e puntuale informazione ai docenti del percorso di formazione, dei contenuti, attività, tempi e modi. Si procede in velocità, senza che a monte vi sia stata una trasparente, condivisa e strutturata azione di pianificazione da parte di tutto il personale della scuola.
L’unico fine chiaro è che si deve assicurare subito la spendita di questi 6,2 milioni, perché si possa dire che anche in Sardegna si è investito sulla scuola per l’innovazione tecnologica, peccato che intanto in Sardegna anziché comprare i tablet o i computer da dare in dotazione almeno agli alunni DSA gli stessi vengano regalati agli insegnanti che frequentano il corso. Mentre le/gli insegnanti ogni giorno in classe fanno i conti con gli strumenti compensativi che non hanno e che per predisporre il materiale per questi alunni dimenticati, talvolta e sempre più spesso, non funziona neanche un fotocopiatore che, seppure obsoleto continuerebbe a fare il suo lavoro se solo ci fossero i soldi per comprare il toner e fare la manutenzione. Peccato che in Sardegna si riducano le risorse per l’assistenza agli alunni disabili. Peccato che si chiudano le scuole nei piani di dimensionamento della rete scolastica e che lo stesso venga definito dal presidente Pigliaru progetto “Educativo formativo e culturale di crescita sociale contro la dispersione”.
Queste sono le contraddizioni alle quali velocemente ci stiamo abituando e delle quali stiamo diventando corresponsabili accettandole, non ci serve l’INDIRE per formare i docenti sardi, abbiamo dei docenti in Sardegna che potrebbero insegnare come si fa la formazione e per molti meno soldi di quelli che si accaparra l’INDIRE. Gli insegnanti sardi hanno bisogno non di essere “meta master teacher colonizzati” ma di  una scuola dove ci siano almeno le dotazioni minime ma necessarie per insegnare con decoro e seriamente a tutti gli alunni e che i soldi vengano investiti realmente in quello di cui la scuola ha bisogno quotidianamente per poter funzionare.

COBAS Scuola Sardegna

in allegato: su Master Teacher – scuola digitale in Sardegna – marzo 2015 (pdf)

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