DIDATTICA a DISTANZA: pensieri, parole, opere e, soprattutto, omissioni – di Andrea Scano – maestro
DIDATTICA a DISTANZA:
pensieri, parole, opere e, soprattutto, omissioni
di Andrea Scano – maestro
Da bambino ho seguito (come molti, immagino) il catechismo.
Uno dei dubbi che ogni tanto apparivano alla mia mente riguardava il significato della parola “omissioni”.
Sì, perché è facile per un bambino comprendere il senso di “pensieri, parole, opere”, ma le “omissioni” cosa sono esattamente?
Di che cosa sono fatte?
Si muovono, sono vive come gli animali e le piante, sono dure e consistenti come le cose reali che ci circondano?
Crescendo ho compreso finalmente il senso di quella parola, inizialmente immerso nella nebbia dell’ambiguità.
Aldilà del significato religioso, ho potuto constatare come tante, troppe volte nella vita, la negazione della verità dei fatti passi per delle omissioni.
Certo, poi esistono pure le bugie belle e buone, esistono le false testimonianze e le “fake news”.
Ma molto spesso una narrazione falsa e tendenziosa della realtà passa attraverso un accurato uso dello strumento delle omissioni: “quelle cose lì sono importanti per comprendere la verità e per questo motivo io, volutamente, non le dico”.
L’introduzione della cosiddetta “Didattica a Distanza” (DaD per gli amici) è stata uno splendido esempio di questo esercizio della capacità di omissione. Omissione che, se in un contesto religioso è “peccato”, in un contesto laico costituisce perlomeno “grave scorrettezza” e “negazione della verità”.
… l’intervento segue nel file allegato al sito COBAS Scuola Sardegna
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Belle riflessioni, che condivido in larga parte.
Non sono oggetto di imposizioni (appenderebbero male) e per mantenere la relazione con i miei alunni non ho aspettato Azzolina e, tantomeno, Bruschi.
Non mi piace, però, la dichiarata obbligatorietà della DAD perchè di fatto (e Andrea l’ha scritto) ci mette le mani in tasca rispetto a beni che paghiamo dal nostro reddito netto.