IN ARRIVO IL DECRETO ATTUATIVO SULLA BUONA SCUOLA PER GLI ISTITUTI PROFESSIONALI

gazzetta-ufficialeIn dirittura di arrivo uno dei decreti attuativi previsti dalla legge sulla “buona scuola” che avrà il compito di  revisionare i percorsi dell’istruzione professionale.
Su di esso cominciano a trapelare indiscrezioni, che assumeranno consistenza quando verrà presentato al Consiglio dei ministri al rientro delle vacanze, ma che andrà in vigore a partire dall’anno scolastico 2017/2018.
Un rinnovamento richiesto a gran voce da chi, nel corso di questi ultimi anni ha assistito al progressivo depauperamento di questo settore grazie alla riforma Gelmini-Tremonti.
Molte le cause che hanno determinato il declino dell’istruzione professionale, tra le quali:
•    il lungo percorso quinquennale, senza la tappa intermedia della qualifica al termine del triennio;
•    l’inopportuna tendenza alla licealizzazione (le discipline dell’area comune occupano il 62,5% del curriculum nei primi due anni);
•    l’offerta in sussidiarietà per la qualifica triennale di IeFP offerta dalle scuole statali che non garantisce la valenza professionale necessaria per il lavoro;
•    la riduzione drastica delle ore di laboratorio, che ha determinato un aumento della dispersione scolastica e il grande esubero degli insegnanti di laboratorio, la cui categoria era riconosciuta a pieno titolo una colonna portante dell’istruzione professionale;
•    la drastica riduzione dei finanziamenti, per un settore che ha l’impegnativo compito di elevare la parte più debole e trascurata della nostra popolazione giovanile e di ridurre il più alto tasso di abbandono scolastico:
o    spesa media per uno studente degli istituti professionali in Italia: 6.700 euro
o    spesa media per uno studente degli istituti professionali in Francia: 12.000 euro

La riforma del titolo V  segna una tappa importante per questa nuova fase. L’operazione nasce con l’emendamento riguardante l’istruzione e formazione professionale introdotto il 27 gennaio dalla Camera dei deputati nel disegno di legge di revisione costituzionale che innova sensibilmente la ripartizione delle competenze in materia di formazione tra Stato e Regioni.
L’emendamento infatti, modificando il Titolo V della Costituzione che attribuiva la “competenza esclusiva” alle Regioni sull’istruzione e formazione professionale, assegna come “competenza legislativa esclusiva” allo Stato «le disposizioni generali e comuni sull’istruzione e formazione professionale».
la Legge 107 infine darà attuazione alla riforma scolastica con i suoi decreti legislativi, uno di questi riguarda appunto il riordino dell’istruzione professionale (comma 180, 181)

DELEGHE AL GOVERNO
180. Il Governo è delegato ad adottare, entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi al fine di provvedere al riordino, alla semplificazione, e alla codificazione delle disposizioni legislative in materia di istruzione anche in coordinamento con le disposizioni di cui alla presente legge.
181 (…)
d) revisione dei percorsi dell’istruzione professionale, nel rispetto dell’articolo 117 della Costituzione, nonché raccordo con i percorsi dell’istruzione e formazione professionale, attraverso:
1) la ridefinizione degli indirizzi, delle articolazioni e delle opzioni dell’istruzione professionale;
2) il potenziamento delle attività didattiche laboratoriali anche attraverso una rimodulazione, a parità di tempo scolastico, dei quadri orari degli indirizzi, con particolare riferimento al primo biennio.

Quindi tutto da rifare, assegnando la “competenza esclusiva” allo Stato, alle Regioni non rimarrà altro che  la programmazione delle attività sul territorio.
E’ opportuno ricordare che le Regioni hanno gestito il settore in modo fortemente differenziato. Abbiamo assistito alla creazione di sistemi diversi tra loro sia in termini di qualità che per gli obbiettivi da conseguire da cui ne è derivato un grosso problema di spendibilità dei titoli tra le diverse Regioni. La manovra di ricomporre questa frammentazione definendo 22 qualifiche a livello nazionale è stato anche un tentativo per ridare credibilità al sistema e spendibilità dei titoli a livello europeo.
Si tratta ora di verificare in che modo il Governo intenda riorganizzare il sistema comprendente  due offerte formative che, almeno parzialmente, si sono sempre sovrapposte:
•    L’assetto dell’Istruzione Professionale (IP) di competenza statale con il suo percorso quinquennale
•    l’Istruzione e Formazione Professionale (IeFP), erogata nei Centri di Formazione  (CFP), dislocati principalmente al Nord (stoppati in Sardegna dalla giunta Soru) ed erogata anche negli IP tramite due forme di sussidiarietà (integrativa e complementare).
Quasi certo è che si vuole riscoprire la “formazione pratica” passando ad una didattica collaborativa e laboratoriale con il metodo “imparare facendo”.
In dettaglio (per quel poco che sappiamo) le novità.

Forte riduzione delle attività e insegnamenti generali
Distribuzione oraria corrente primo biennio:
totale complessivo ore 2112 così composte:
Attività e insegnamenti generali: 1320 ore
Attività e insegnamenti obbligatori di indirizzo: 792 ore

Aumento di 132 ore per le attività e insegnamenti obbligatori di indirizzo, corrispondenti a due ore settimanali per 33 settimane per ogni anno di studio del primo biennio, oppure suddivisione disomogenea nei due anni di studio.
Non dimentichiamo che la rimodulazione sarà “a parità di tempo scolastico” (comma 181, lettera “d”, articolo 2), quindi nessuna speranza sull’aumento delle ore curricolari (32 ore), ma solo perdita di ore nell’area comune (presumibilmente a carico delle materie letterarie) ed aumento di ore nell’area di indirizzo (presumibilmente per le attività laboratoriali).

Personalizzazione degli apprendimenti
Già dal secondo anno sarà possibile personalizzare il piano di studi per gli studenti impegnati in attività relative a una filiera produttiva del territorio.

Percorsi di studio
Negli IP i percorsi rimangono quinquennali, verranno aggiunti 5 nuovi indirizzi ai 6 già esistenti del settore “Servizi” e “Industria e Artigianato”

Eliminazione erogazione in via complementare percorsi di Iefp
Non sarà più possibile, per gli Istituti Professionali, erogare l’offerta di sussidiarietà complementare. La Regione Sardegna ha da tempo optato per l’offerta di sussidiarietà integrativa (gli studenti iscritti ai corsi quinquennali riformati degli Istituti professionali (IP) hanno la possibilità di acquisire, al termine del terzo anno, anche i titoli di qualifica professionale, come da corrispondenze individuate dall’Intesa).

Alternanza Scuola Lavoro già dal secondo anno
Un solco già tracciato dagli orientamenti europei e consolidato con il quadro normativo nazionale.
Nel nostro Paese la collaborazione formativa tra scuola e mondo del lavoro ha registrato in tempi recenti importanti sviluppi in due direzioni:
– il potenziamento dell’offerta formativa in alternanza scuola lavoro, previsto dalla legge 13 luglio 2015, n. 107;
– la valorizzazione dell’apprendistato finalizzato all’acquisizione di un diploma di istruzione secondaria superiore, in base alle novità introdotte dal decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, attuativo del JOBS ACT.
La Confindustria ha avuto un ruolo fondamentale per la definizione delle finalità e le forme di accordo scuola, territorio e mondo del lavoro.

Ermanno Rondi, oltre che essere responsabile del gruppo tecnico di Confindustria su Formazione professionale e Alternanza scuola-lavoro è anche coordinatore del Progetto Education del Club dei 15 (l’associazione che riunisce i distretti italiani  caratterizzati  da maggior reddito pro capite e maggior valore aggiunto industriale) ha portato il tema dell’alternanza al centro di molti dibattiti,
ma ci chiediamo:
Il “Club dei 15” ha interesse a trovare soluzioni nelle regioni in cui il tessuto imprenditoriale è rarefatto?
c’è il rischio concreto che l’alternanza si trasformi in un serbatoio di lavoro gratuito ?

Questi e altri interrogativi forse troveranno risposta quando finalmente verremo a conoscenza del contenuto dei nove decreti attuativi previsti dalla 107.

Ma una lunga attesa potrebbe palesare la volontà di far sorbire lentamente tanti bocconi amari … una procedura che ricorderebbe molto il metodo della “rana bollita” !

Per i Cobas Scuola Sardegna
Giorgio Canetto

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