L’insegnante aggredita da uno studente in una scuola di Monserrato

6 Risposte

  1. Paola Vassallo ha detto:

    Sono pienamente d’accordo che dobbiamo rifiutare qualsiasi modo incivile di esprimersi, la nostra collega, i nostri colleghi, hanno bisogno di sentire la solidarietà, l’appoggio di tutti noi c’è; un problema gravissimo di educazione alla base, i ragazzi non sono abituati a sentirsi dire no

  2. Mirella Bacciu ha detto:

    Credo proprio che siamo arrivati al bivio. Non è più accettabile che i docenti si sentano a rischio dentro un’aula scolastica. Eppure avviene, e avviene spesso. Ma mentre in collegio si parla di argomenti all’o.d.g. , si consuma nel silenzio e nell’indifferenza dell’opinione pubblica l’immagine del docente, il maestro o il prof che in passato erano presi ad esempio. È ora di reagire!

  3. Cecilia ha detto:

    Ho letto d’un fiato l’articolo è condiviso ogni singolo concetto in esso espresso. Solo alla fine ho letto la firma: Andrea, una volta ancora dimostri grande sensibilità ed equilibrio, qualità non sempre presenti insieme in una stessa persona…

  4. emidio vaacca ha detto:

    purtroppo l’azione educativa fatta in classe non ha una continuita’ nella famiglia,’ nucleo sociale troppo spesso assente nell’educazione dei figli, che vedono i docenti come soggetti repressivi di ogni loro gesto, e non come interlocutori di crescita personale e sociale.

  5. Anonimo ha detto:

    Condivido tutto, anche il pessimismo. Le scuole sono un luogo sempre meno sereno, sempre piū luogo di malessere e tensioni di ogni genere: tensioni che arrivano dall’esterno e dalle quali la scuola non può essere immune, vivendole anzi da presso come luogo di frontiera; e tensioni che derivano da un’organizzazione sempre più rigida e oppressiva i cui effetti disastrosi si riversano su tutte le sue componenti. È un mutamento graduale, sottile -basti pensare, come dice Andrea all’evoluzione, rivelatrice, del linguaggio della didattica, che dovrebbe, e purtroppo riesce a plasmare le teste, anche degli alunni- ma inesorabile, contro cui è difficile combattere. Eppure si deve. Grande solidarietà alla collega colpita, nessuno deve sentirsi isolato.

  6. Cristina Cappai ha detto:

    Condivido pienamente l’interessantissimo articolo in qualità di docente alla secondaria di primo grado a Monserrato e in qualità di cittadina. È veramente giunto il momento di far conoscere appieno la realtà della scuola in cui operiamo quotidianamente e che ci impegniamo affinché vengano pienamente riconosciuti e sostenuti la nostra dignità e il costante lavoro per affrontare le difficoltà che si incontrano nella nostra importante e meravigliosa professione.

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