Verso lo sciopero del 12 maggio per il ritiro del ddl Renzi e dei quiz Invalsi

Comunicato-stampa – 8 maggio 2015

– Dopo la memorabile giornata del 5 maggio, anche lo sciopero del 6 e il boicottaggio del 7 alle Elementari sono stati un successo
– No al preside-padrone, ritiro del Ddl Renzi, eliminazione dei quiz Invalsi, assunzione stabile dei precari: questo abbiamo ribadito ieri nell’incontro con la direzione del PD.
 – Il 12 maggio sciopero alle Superiori e alle Medie: via i quiz anche dall’esame di Terza Media.
– Manifestazioni nelle principali città insieme agli studenti, a Roma alle 10 al MIUR.

Dopo la giornata memorabile del 5 – con la stragrande maggioranza delle scuole chiuse, una marea di docenti, Ata e studenti in piazza per il ritiro totale del Ddl della cattiva scuola renziana, la cancellazione dei ridicoli quiz Invalsi e l’assunzione stabile dei precari  – il tentativo di boicottaggio degli scioperi anti-quiz, operato di concerto da MIUR e Invalsi, non ha funzionato. Il rinvio alle Elementari degli indovinelli dal 5 al 6 ha finito per ingigantire l’opposizione agli “invalsiani” e la partecipazione allo sciopero. In tantissime scuole docenti ed Ata hanno bloccato del tutto l’insulsa procedura quizzarola, aiutati da una marea di genitori che si sono rifiutati, come mai era successo negli anni scorsi, di sottoporre i propri figli a indovinelli risibili e deleteri per una seria didattica. E il ruolo delle famiglie è stato ancor più rilevante ieri, quando, pur in assenza di sciopero, il blocco dei quiz ha coinvolto tante scuole, molte delle quali si sono ritrovate del tutto senza allievi.
Il ché ci porta a prevedere che anche il 12 maggio sarà – questa volta con lo sciopero alle Superiori e alle Medie – una grande giornata di lotta contro il Ddl e i quiz. Insieme agli studenti alle Superiori bloccheremo gran parte delle insulse procedure “invalsiane”, chiedendone la cancellazione dalle aule durante l’anno scolastico, nonché dagli esami di Terza Media. Tanto più che dall’incontro di ieri con la direzione del PD, che ha sussunto le funzioni di governo (oramai un monocolore PD di fatto: la stessa ministra Giannini per conservare il posto si è dovuta iscrivere al partito renziano) non sono usciti segnali positivi di ripensamento sui punti-chiave del Ddl. Abbiamo ribadito alla delegazione PD (costituita dal  vicesegretario Guerini, dal presidente Orfini e dalla responsabile scuola Puglisi) il nostro NO assoluto al Ddl, da revocare “senza se e senza ma”, il NO al preside-padrone che assume, licenzia, premia e punisce a sua discrezione; alla valutazione mediante i quiz Invalsi, strumento distruttivo che squalifica la didattica e il lavoro docente; al finanziamento diretto o indiretto alle scuole private; all’apprendistato in azienda per gli studenti. E abbiamo chiesto un decreto urgente per l’assunzione di tutti i precari che lavorano da anni nella scuola, anche in base alla condanna della Corte di Giustizia europea nei confronti della “eternalizzazione” del precariato, significativi finanziamenti alla scuola pubblica, nonché lo sblocco dei contratti di docenti ed Ata. Ma tutto lascia credere (lo verificheremo in giornata, quando il PD depositerà gli emendamenti) che le nostre richieste – che poi sono quelle della grande maggioranza degli scioperanti e manifestanti nelle 20 piazze del 5 maggio – non verranno accolte. E che dunque la lotta debba proseguire ed intensificarsi il 12 maggio, bloccando nuovamente le scuole e i quiz Invalsi e manifestando insieme agli studenti nelle principali città. In particolare a Roma saremo di nuovo al MIUR dalle 10.
Nel contempo, ci auguriamo che i Cinque sindacati monopolisti non rinneghino la volontà  popolare, espressasi in questi giorni di limpida e plebiscitaria protesta, e non cedano al governo per qualche emendamento che non muterebbe il segno della cattiva scuola renziana. E li invitiamo a dare disdetta degli accordi che a tutt’oggi impediscono di scioperare liberamente durante gli scrutini, in modo da avere un’ulteriore arma di lotta che impedisca, se il Ddl non sarà ritirato, una chiusura dell’anno scolastico in piena “pax renziana”.

Piero Bernocchi   portavoce nazionale COBAS

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